“Le dimensioni costituzionali della sostenibilità e come partecipare al Piano B” è il titolo della tavola rotonda che si è tenuta all’Università di Firenze, nel corso della prima giornata del Festival Nazionale dell’Economia Civile.
Firenze, 3 ottobre 2024. I temi trattati sono stati quelli della sostenibilità, della pace e della giustizia, in ottica di economia civile. Relatori d’eccezione hanno parlato davanti ai tanti studenti presenti in sala.
Maria Paola Monaco (Professoressa associata di Diritto del Lavoro, Università degli studi di Firenze) ha dichiarato: «Firenze rappresenta da sempre un esempio di economia civile: si pensi al Medioevo, dove la città era la culla delle corporazioni. Il nostro obiettivo oggi, e durante l’intero Festival, deve essere quello di rendere la sostenibilità non una scelta, ma un imperativo morale ancor prima che costituzionale».
Marta Cartabia (Professoressa di Diritto Costituzione dell’Università L. Bocconi di Milano e Ministra della Giustizia nel Governo Draghi) ha detto: «La riforma costituzionale del 2022 codifica dei cambiamenti già in atto: l’ambiente, infatti, deve essere inteso come limite all’attività economica sfrenata e come bene comune da tutelare. Questa ratifica, inoltre, ha permesso soprattutto di avere finalmente riferimenti giuridici validi sulla questione».
Il rapper Kento ha raccontato: «Come ci ha insegnato Gaber, partecipazione fa rima con libertà. Molto spesso questa può passare dalle righe del rap e lo vedo collaborando con ragazzi detenuti in carceri minorili. La generazione precedente alla mia è riuscita a rendere il carcere minorile una soluzione minoritaria, a cui arriva il 3% soggetti. La mia generazione è arrivata a sognare una realtà dove il carcere minorile venga del tutto eliminato. Sarebbe bello, un giorno, che le nuove generazioni possano parlarne come un qualcosa di ormai superato».
Parlando di un possibile Rinascimento economico, invece, Marina Albanese (Professore di politica economica, Università degli Studi di Napoli “Federico II”) ha detto: «Spesso le imprese sono costituite in seguito a desideri delle persone, che non sempre sono profitto e guadagno. I desideri possono essere quelli di generare lavoro, tutelare l’ambiente e contrastare lo spopolamento locale. Noi economisti abbiamo gli strumenti per studiare, però, solo un obiettivo: la massimizzazione del profitto. Vanno immaginate delle forme lavorative e produttive diverse da quelle attuali. Una su tutte, per esempio, può essere quella cooperativa».
Il FNEC è promosso da Federcasse (l’Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali, Casse Raiffeisen) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia Per Tutti), con il contributo di Fondosviluppo, Assimoco, Assicooper, Coopersystem, Federazione Toscana delle BCC, Frecciarossa e la collaborazione della SEC (Scuola di Economia Civile) e di MUS.E.
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