Il comandante Bacchi: "Questa nave è un simbolo nazionale"
La regina delle nostre navi compie 90 anni. L'Amerigo Vespucci, l'unità più antica della Marina Militare Italiana, considerata 'la nave più bella del mondo', si appresta a festeggiare il suo compleanno. Era infatti il 22 febbraio del 1931 quando fu varata, a Castellammare di Stabia. "Un percorso di oltre 800mila miglia, ne abbiamo fatta tanta di strada, o meglio, di acqua da quel giorno", dice all'Adnkronos il capitano di vascello Gianfranco Bacchi, comandante dell'Amerigo Vespucci. "Abbiamo navigato tutti i mari del mondo, battezzato migliaia di allievi ufficiali dell'Accademia Navale di Livorno. Io sono il 122esimo comandante. E ci sono state migliaia di figure di professionisti a bordo. Di gente su questa meravigliosa nave ne è passata, con orgoglio".
Nave addestrativa, nave da rappresentanza, nave simbolo della nostra Marina. "Il Vespucci racchiude queste tre vesti. Come formazione è il battesimo del mare per i giovani - spiega Bacchi- Si entra da ragazzi sul Vespucci e si esce da uomini. Per quanto riguarda la rappresentanza, questa nave ad ora non toccherà i porti per l'emergenza sanitaria in corso. Ma questo non ci impedirà di rimanere sempre vicini al nostro Paese come lo scorso anno. In che modo? Con passaggi suggestivi nei posti più frequentati e conosciuti della costa, illuminando con fierezza il tricolore sui nostri tre alberi, facendoci così sentire vicini al nostro Paese in un momento delicato come questo". Un simbolo, quello rappresentato dall'Amerigo Vespucci, che unisce tutto il paese. "Ci penso spesso a questo - racconta il comandante - Questa nave è un simbolo nazionale, non solo per la Marina".
"Gli italiani si inorgogliscono quando il tricolore viene portato in giro per il mondo - aggiunge Bacchi - alla gente piace riconoscersi in qualcosa, soprattutto nei momenti più duri. Come nella religione, magari non avendo mai pregato prima, arriva quel giorno in cui lo fai per un determinato motivo. Come quando la Nazionale vince i Mondiali. Mi sveglio ogni mattina, vedo il mio equipaggio e mi rendo conto che tiene al Vespucci come tiene alla sua famiglia. La nostra nave è un filo conduttore che non si trova facilmente".
"La pandemia anche su di noi ha avuto un effetto traumatico - spiega il comandante del 'Vespucci' - Lo scorso anno eravamo pronti, a metà marzo, per effettuare il giro del mondo. Poi stiamo stati bloccati mentre eravamo in partenza e ci siamo dovuti reinventare una realtà che era già pianificata: le Olimpiadi di Tokyo e attraversare il Pacifico sono rimasti obiettivi in sospeso. E allora abbiamo affrontato un lungo periodo di navigazione di due mesi, come nave covid free, senza sosta, cercando di ottenere il massimo da quella che abbiamo preso come un'opportunità, sia dal punto di vista formativo che della rappresentanza".
"La navigazione del Mediterraneo occidentale, aver circumnavigato la Sicilia, passare per il Parco della Maddalena, lo Stretto di Messina, il canale di Taranto a vela, partecipare all'inaugurazione del Ponte San Giorgio, sono cose che ti porti dentro, sono simboli di rinascita. Un risultato -osserva- al di sopra delle aspettative".
Nel 2018 il 'Vespucci' ha superato per la prima volta nella sua storia il Circolo Polare Artico, navigando dalle Azzorre fino all’Islanda, il punto più a nord che abbia mai raggiunto. Sono previste altre imprese? "Avevamo previsto il doppiaggio di Capo Horn, la pandemia non ce lo ha permesso. Per ora -conclude- non c'è nulla di programmato, ma le imprese, a volte, vengono da sole...". (di Paolo Signorelli)