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Guerra Ucraina, Bassetti: "Rischio nuova variante covid da emergenza profughi"

L'opinione di Pistello, Ciccozzi e Viale

Guerra Ucraina, Bassetti:
03 marzo 2022 | 16.47
LETTURA: 3 minuti

Il rischio che l'emergenza sanitaria in Ucraina, paese con una bassa percentuale di vaccinati contro il Covid, possa scatenare una nuova variante del virus "c'è perché ci sono tutte le condizioni: un'alta circolazione del virus, una bassa copertura vaccinale (inferiore al 40%), condizioni socio-economiche disagiate, nessuna o bassa attenzione alle misure di protezione, condizioni climatiche di inverno pieno con maggiore possibilità di assembrarsi in luoghi chiusi". Così all'Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova. "Inoltre non credo che ci siano laboratori di virologia in grado di sequenziare per capire cosa sta succedendo. Se anche ci fosse nessuno se ne accorgerebbe", avverte Bassetti.

PISTELLO - "L'enome tragedia della guerra in Ucraina ha fatto calare l'attenzione mediatica sulla pandemia, passata in secondo o anche in terzo piano. Ma i contagi ci sono e anche i decessi. Dal mio punto di vista è giusto che il 31 marzo si chiuda lo stato di emergenza ma sono preoccupato che questa aria di smobilitazione danneggi la campagna di vaccinazioni, le terze e quarte dosi. Possiamo dire addio alle mascherine ma non possiamo abbandonare le vaccinazioni che sono l'unico strumento che oggi ci permette di riaprire il Paese". Così all'Adnkronos Salute Mauro Pistello, direttore Unità di Virologia Azienda ospedaliera universitaria di Pisa, vicepresidente della Società italiana di microbiologia, tra i fondatori della rete di sequenziamento dell’Istituto superiore sanità (Iss).

CICCOZZI - "Ha ragione l'Oms quando dice di temere un sommerso di contagi Covid in Ucraina e dobbiamo stare attenti perché adesso arriveranno dei profughi a cui dobbiamo offrire cure e vaccinazioni, ovviamente per chi vuole vaccinarsi. E poi fare un tampone a tutti per stabilire chi è positivo e chi no". Lo dice all'Adnkronos Salute Massimo Ciccozzi, responsabile dell'Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma.

"Questa, come ogni guerra nell'ambito di una pandemia globale - mette in guardia Ciccozzi - può ricondurre a un numero di contagi maggiore anche se - afferma l'epidemiologo - è molto più drammatico contare i decessi della guerra che non i contagi di Omicron, onestamente. Però non dobbiamo mettere in secondo piano la pandemia perché - ricorda - non è finita e non è ancora endemica".

"Da noi arriveranno all'incirca un milione di profughi. Noi sappiamo - dice l'esperto - che i bambini sono quelli che possono più facilmente portare il virus perché sono per la maggior parte asintomatici. Chi è positivo va trattato in un certo modo, chi non è positivo va messo in quarantena e dopo 10 giorni gli va rifatto il tampone. Questo è molto importante per la loro e per la nostra sicurezza".

VIALE - "Al momento dell'invasione Russia e Ucraina erano entrambe in piena ondata Covid ed è possibile che gli eventi diretti e indiretti della guerra favoriscano la diffusione. Questo vale certamente per i profughi, ma è il male minore da tollerare". Lo scrive su Twitter Silvio Viale, medico ginecologo e consigliere comunale di Più Europa e Radicali.

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