“I fondi interprofessionali costituiti dalle associazioni di imprese e dai sindacati hanno dato prova negli anni di saper ben gestire le risorse destinate alla formazione professionale. Oggi, sono pronti a condividere il percorso con Regioni e Anpal accogliendo le sfide imposte dal cambiamento del mondo del lavoro”.
Il ruolo più ampio dei fondi interprofessionali, anche sul fronte Fondo nuove competenze, è stato rivendicato da Andrea Cafà, presidente di Fonarcom e di Cifa Italia, nel corso del digital debate I nuovi modelli organizzativi nella transizione digitale, organizzato da Fonarcom in collaborazione con Consenso Europa. "Grazie anche alla nascita dei fondi, e nel segno di un’alleanza tra pubblico e privato, ha debuttato vent’anni fa il welfare secondario. Sarà ancora questa alleanza a decidere del futuro funzionamento del mercato del lavoro" ha detto Cafà.
Anche per Angelo Raffaele Margiotta, segretario generale Confsal, la trasformazione del mercato del lavoro deve andare di pari passo con la formazione: "L’importante è che il fattore umano resti centrale anche in piena digitalizzazione". Giunge da lui la richiesta di razionalizzare il numero di figure e qualifiche professionali: “Ce ne sono troppe a fronte di una carenza di risorse necessarie alla produzione. Con 300mila richieste del mercato oggi gli its possono fornirne solo 3mila. Se vogliamo una formazione diffusa sul territorio servirebbe un its in ogni ambito scolastico”.
“Qual è il destino del marcato del lavoro da qui al 2050? Quale l’orizzonte che si sono dati i governi? Quale la qualità del lavoro?”. Per Cesare Damiano, direttore scientifico dell’Osservatorio del lavoro Cifa-Confsal, a fronte di una transizione che, seppur guidata, non mancherà di subire colpi - in primis quello rappresentato dai lavoratori fragili, la formazione "deve diventare un diritto di cittadinanza per tutti e per tutta la vita".
E in merito al tema della rappresentanza e della rappresentatività, ritenuto quasi propedeutico ad affrontare tutta una serie di problemi dal presidente della Commissione lavoro della Camera, Romina Mura, e precedentemente evocato anche da Andrea Cafà, l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano risponde: “E’ giunto il tempo di affrontarlo ma calandolo nella realtà. Per questo sostengo che nel censimento delle associazioni datoriali debbano entrare anche gli enti bilaterali”.
All’evento, tenutosi venerdì scorso e moderato dal giornalista Marco Fratini, sono intervenuti anche il sottosegretario al Lavoro, Tiziana Nisini, il presidente di Igf Italia e deputato, Mattia Fantinati, il direttore generale di Confimi Industria, Fabio Ramaioli.