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Risiko bancario, Balzano (Orrick): "Pochi vantaggi e non andrà oltre le Alpi, ecco perché"

Su Ops di Unicredit su Bpm: "Orcel sta giocando con un gioiello prezioso che va preservato"

Risiko bancario, Balzano (Orrick):
18 febbraio 2025 | 11.40
LETTURA: 3 minuti

Unicredit su Banco Bpm, Bper su Popolare di Sondrio e ancora Mps su Mediobanca. Il risiko bancario impazza, gli analisti fanno pronostici sui rilanci. Gli esperti si chiedono: "Quale sarà la prossima banca, è finita qua?". Intesa San Paolo si è sfilata fuori dai giochi, ma qualcuno azzarda che potrà persino essere della partita di Generali. A fare un punto sul tema risiko all'Adnkronos è Marina Balzano, Partner di Orrick, esperta di diritto bancario.

Risiko bancario in atto: quali banche sono rimaste fuori?

"L’attuale movimento delle banche in Italia a caccia di aggregazioni appare più come una partita mediatica che un vero e proprio piano strategico. Mentre in passato le aggregazioni bancarie avvenivano con accordi voluti da entrambe le parti (vedasi la fusione tra Banco Popolare e BPM o quella tra Intesa e le Casse Popolari), ora la tendenza è piuttosto quella di lanciare scalate non programmate e ostili. Ma quando l’accordo non si trova prima il piano rischia di incagliarsi molto velocemente come è successo con l’Opa di Unicredit su Banco Bpm che si è arenata nelle secche del Golden Power. Quel che è certo è che ora tutti i grandi gruppi bancari vorranno far parte della partita e le piccole banche saranno spettatrici o ancora peggio prelibati bocconi per le grandi. Che questo porti a un qualche concreto risultato è di difficile previsione, per ora siamo a livello di campagna elettorale e opinioni sulla stampa".

C'è spazio anche per un Risiko europeo? (oltre Unicredit e Commerz)

"Sicuramente la partita si gioca in Italia e difficilmente coinvolgerà anche target oltre confine, un po' per la disaffezione al sogno europeista che sta colpendo un po' tutti i settori e un po' perché rispetto alle dimensioni delle banche estere le nostre sono ancora molto meno competitive quindi ha più senso aggregare prima sul territorio nazionale per poi potersi affacciare fuori".

Consolidamento bancario: quali vantaggi?

"Non essendoci alla base una vera e propria strategia sistemica e un obiettivo di creazione di valore, i vantaggi del risiko italiano sembrano davvero pochi. Sembra trattarsi più di un tentativo di crescita per linee esterne per provare a compensare in futuro l’impatto del rialzo dei tassi che comporterà inevitabilmente il peggioramento di risultati fino ad ora pesantemente influenzati da spread decrescenti. Ma aggregare significa anche dover fare i conti con il taglio dei costi e con l’impatto sociale e giuslavoristico che ne consegue".

Orcel (Unicredit) parla di vantaggi per le Piccole e medie imprese in caso di unione con Bpm

"Bpm è la prima banca nella macro regione più ricca d’Europa, Lombardia Emilia e Veneto, dove le Pmi sono la forza trainante. Orcel sta giocando con un gioiello prezioso che va preservato anche e proprio a tutela delle Pmi. La riduzione della concorrenza non è mai un vantaggio per i consumatori anche se Unicredit ha forse deciso di rivedere la politica di allontanamento dal mercato mid-cap tramite una aggregazione con la banca più vicina alle società di medie dimensioni. Il rischio però che le aggregazioni portino a una riduzione dell’offerta e della competitività è piuttosto intuitivo".

Qualcuno dice: l'80% dell'economia italiana è fatta di Pmi, ci sono rischi per il credito alle piccole e medie imprese? Se sì, quali possono essere i canali alternativi di finanziamento?

"Per fortuna il mercato dell’approvvigionamento alternativo del credito si sta sviluppando sempre più velocemente: si moltiplicano gli operatori italiani ed esteri che offrono i prodotti più disparati, soprattutto nel mondo delle operazioni straordinarie dove stanno disintermediando le banche pesantemente. Ancora non c’è, invece, una strategia diffusa sui prodotti più corporate lending a servizio del circolante e asset backed, che rimangono per ora appannaggio delle banche ma con lo spazio di mercato che si sta liberando è facile pensare che anche su questo interverranno i fondi di debito per sopperire alla progressiva minore presenza degli istituti di credito". (di Andrea Persili)

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