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Piazza Affari in rosso, obbligazioni, oro e treasury: ecco dove rifugiarsi

John Taylor: "Un investitore potrebbe optare per obbligazioni europee a tasso fisso, sia corporate che governative, a scadenze brevi"

Piazza Affari in rosso, obbligazioni, oro e treasury: ecco dove rifugiarsi
07 aprile 2025 | 14.59
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Colpi sulla Borsa di Milano: i dazi di Trump non danno tregua a Piazza Affari. Il Ftse mib perde il 7,6%, trainato al ribasso da Bper e popolare di sondrio, entrambe oltre il -12%, seguite da mps (-11%) e Banco bpm e Unicredit (circa -10%). Risultato? In appena tre ore, le borse europee hanno perso 890 miliardi di euro di capitalizzazione. Cosa possono fare i risparmiatori per difendersi? John Taylor, gestore dell'Ab European Income Portfolio di AllianceBernstein, elabora all'Adnkronos una strategia fondata sulla possibile mossa macroeconomica alle misure del presidente Usa: "Visti i dazi - sottolinea - la Bce potrebbe tagliare il tasso di deposito al di sotto del tasso neutrale del 2%. Ciò andrebbe a vantaggio delle scadenze più brevi della curva dei rendimenti, e l'Italia non fa eccezione". In questo contesto, sottolinea, "un investitore potrebbe optare per obbligazioni europee a tasso fisso, sia corporate che governative, a scadenze brevi."

Ma non ci sono solo le variabili macroeconomiche da tenere in considerazione. Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro contattato dall'Adnkronos, "dire di non farsi prendere dal panico è facile. Ma metterlo in pratica, quando i mercati tremano, è tutta un’altra storia. È proprio nei momenti di volatilità che si misura la tenuta emotiva di un investitore", sottolinea.

Nella prospettiva dell'analista "non serve tornare con la mente agli anni passati, dove con il senno di poi siamo tutti strateghi impeccabili". Debach invita a guardare la lezione concreta del 2025: "L’S&P 500 ha registrato un drawdown oltre il -10%. Sembra tanto? In realtà è inferiore alla media storica dei ribassi intra-annuali, che si aggira attorno al -14%. Un segnale che ci ricorda come le correzioni, più che eccezioni, siano parte integrante del ciclo di mercato. I numeri parlano chiaro: i pullback del 5% o più si verificano, in media, tre volte l’anno. Quelli del 10% una volta l’anno. Le correzioni del 15% arrivano ogni due anni", sottolinea.

Nei mesi scorsi, mentre Wall Street arrancava sotto il peso dell’incertezza legata ai dazi, con l’S&P 500 che ha sottoperformato lo Stoxx 600 per nove settimane consecutive, un record, l’Europa sembrava guardare altrove. "Trainata dalla corsa al riarmo, dal pacchetto fiscale tedesco e dal risiko bancario - dice l'analista di eToro - il Vecchio Continente ha ignorato i segnali d’allarme che arrivavano da Oltreoceano. Ora, però, anche l’Europa torna a scrutare Washington, con gli stessi occhi inquieti di Wall Street".

Il colpo di grazia arriva dalle banche. "La mappa del comparto finanziario europeo - sottolinea - è un tappeto rosso sangue : l’allarme non è più isolato, è sistemico. E il timore è chiaro: che il rallentamento americano contagi anche l’Europa, mettendo in crisi il cuore manifatturiero del continente. A cadere per prime, le banche.

Per l'analista, sebbene la volatilità possa sembrare inquietante nel breve, spesso è proprio dopo i momenti di maggiore incertezza che i mercati regalano le migliori sorprese: "Nei sei mesi successivi a periodi di alta volatilità, i rendimenti tendono a essere positivi con buona frequenza. Dopotutto, i rally più solidi si costruiscono proprio sulle spalle delle correzioni", sottolinea. Ecco perché, "se abbiamo fatto i compiti prima, cioè costruito un portafoglio coerente con il nostro profilo, non c’è ragione di farsi prendere dal panico. Anzi: la correzione attuale può diventare un’occasione".

Dunque i consigli di Debach: "L’oro, in questo momento, si sta mostrando non solo un rifugio tattico, ma anche un asset strategico, come dimostrano i 12 miliardi di dollari confluiti in Etf sull’oro in febbraio e marzo, il ritmo più forte dal 2020", sottolinea. Oltre all’oro, "i treasury Usa, soprattutto sulla curva 5-10 anni - dice - tornano interessanti con l’avvicinarsi dei primi tagli dei tassi e i Tips, le obbligazioni indicizzate all’inflazione, iniziano ad attirare interesse come possibile hedge contro sorprese sui prezzi." (di Andrea Persili)

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