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Pasqua amara: uova più care del 33% in 4 anni

E' il doppio dell'inflazione generale

Pasqua amara: uova più care del 33% in 4 anni
18 aprile 2025 | 10.26
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Da fuori è cioccolato, dentro una sorpresa. Ma dentro l’uovo pasquale c’è anche una storia di rincari, crisi globali e carrelli della spesa più leggeri. Una storia che oggi si traduce in un numero secco: +33% dal 2021. È l’Indice Uova di Pasqua, calcolato su sei ingredienti veri – latte, burro, uova, zucchero, cioccolato e cacao – a raccontarlo. Un balzo che è quasi il doppio dell’inflazione generale (+18%) e che fa dell’uovo una dolce icona dell’impennata dei prezzi. Altro che sorpresa: quest’anno l’amaro è fuori.

A contribuire all’impennata è stato tutto, ma proprio tutto. Il cacao, prima di tutto: raccolti in crisi in Africa occidentale, clima impazzito e speculazioni hanno fatto schizzare i prezzi. Poi lo zucchero, spinto da logiche simili. E ancora l’alluminio, quello della carta argentata. Persino la pasta di legno, che serve a confezionare le scatole, ha detto la sua.

Tutti questi elementi sono stati raccolti in un altro indicatore semiserio ma molto concreto: l’Easter Commodity Index, un paniere di cinque materie prime – cacao, zucchero, latte, alluminio, pasta di legno – che misura quanto sia cambiato il costo per produrre un semplice uovo dal 2021 a oggi. Il verdetto? Una corsa in salita che ha trasformato la Pasqua in una lezione accelerata di economia globale.

“A marzo 2022 l’indice ha toccato il suo massimo: +57% – racconta all'Adnkronos Gabriel Debach, market analyst di eToro –. Il cacao ha guidato la corsa: +131%, trainato da raccolti deboli, speculazioni e clima instabile. Lo zucchero ha rincarato del 78%, l’alluminio del 92%. Latte e pasta di legno più stabili, ma sempre in crescita”. Il risultato? Uova di Pasqua che sembravano uscite da una gioielleria.

Poi è arrivata la discesa. “Oggi l’indice è tornato a 106 punti, in calo del 33% dai massimi – prosegue Debach –. Tutte le materie prime sono scese, cacao compreso (-49%). Ma rispetto al 2021, restano ancora più care: il cacao è a +18%, lo zucchero a +15%, l’alluminio a +14%. Solo la pasta di legno è tornata sotto i livelli pre-crisi”. Insomma: non una normalizzazione, ma un raffreddamento selettivo.

E l’impatto si vede anche sugli scaffali italiani. Il già citato Indice Uova di Pasqua dell’Istat, costruito sui prezzi dei sei ingredienti base, è lì a dirlo: +33% dal 2021. Il burro è esploso per primo, lo zucchero ha seguito, latte e uova hanno avuto una crescita lenta ma inesorabile. Il cacao in polvere ha fatto su e giù. Il cioccolato, sorprendentemente, ha tenuto. Ma alla fine, la somma fa il conto salato.

Morale? L’inflazione pasquale è stata tutto fuorché un’illusione. Non solo un tema da economisti o da mercati finanziari: è arrivata dritta nel carrello della spesa. E anche oggi, con il prezzo del cacao e dello zucchero in rientro, l’uovo resta lì: più caro di quanto lo ricordavamo. E un po’ meno dolce da comprare. (di Andrea Persili)

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