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Orcel tra lo Chateaubriand e la tesi sulle Opa ostili: perché è il 'Cristiano Ronaldo' dei banchieri

L'Ad di Unicredit parla cinque lingue, è sportivo e ama Roma, dicono di lui: "Non è un politico, è un uomo che non fa cazzate"

Orcel tra lo Chateaubriand e la tesi sulle Opa ostili: perché è il 'Cristiano Ronaldo' dei banchieri
03 febbraio 2025 | 13.38
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Indossa il gilet rosso sotto il completo, parla cinque lingue e reca il segno (nomen-omen) nella tesi di laurea: scalate ostili. Andrea Orcel, il "Cristiano Ronaldo dei banchieri", non passa inosservato: visita di persona le filiali (che apre e non chiude) su tutto il territorio nazionale, si fa chiamare con facilità Andrea e ha un paio di sogni nel cassetto, Banco Bpm e Commerzbank: la prima per contendere il primato di Intesa nel Nord Italia, la seconda per creare un colosso bancario europeo. Questo numero 10 delle banche nasce e cresce a Roma, figlio di una madre che lavora per l’Onu e di un padre siciliano che gestisce una piccola società di leasing. Fin da giovanissimo, ha un sogno nel cassetto: diventare banchiere, arrivare a Wall Street. Ma tutto parte dalla Capitale, Roma, che Orcel ama più di Milano (se l'è lasciato sfuggire a un convegno con l'Ad della Ferrari): liceo Français Chateaubriand. Ambiente internazionale, influenza francese, esprit de compétition: Orcel inizia a forgiare il carattere, anche con l'aiuto dello sport. Dicono di lui: è preparato e non si risparmia, ma ha un carattere volubile ed eccessivamente esigente. Difesa d'ufficio: "Non chiedo mai agli altri di fare qualcosa che non farei io". Controaccusa: vuole raggiungere gli obiettivi a tutti i costi. Di nuovo parola alla difesa: Orcel non se la tira, schifa i formalismi e si fa dare spesso del "tu". La sua carriera lo porta a entrare in contatto con personaggi del calibro di Emilio Botín, patriarca di Santander.

Un tuffo nella memoria: Orcel consiglia il gigante spagnolo nelle operazioni di espansione, tra cui quella nel Regno Unito, ma le cose non vanno sempre lisce. Nel 2018, il rifiuto di Santander di nominarlo Ceo per questioni di retribuzione lo porta a lanciarsi in una battaglia legale da milioni di euro, che alla fine vince, portando a casa 43,5 milioni. Un altro segno di chi è Andrea Orcel: non si arrende mai. “Fa semplicemente quello che ritiene giusto, anche se lo fa sembrare un idiota, ma sarà sempre responsabile delle sue azioni. Odio dirlo, ma la maggior parte delle volte ha ragione”, dice un banchiere. Dopo Merrill Lynch, Orcel approda a Ubs, dove la sua capacità di gestire periodi turbolenti si rivela cruciale. Dopo il salvataggio della banca da parte del governo svizzero, Orcel è uno dei pochi a riuscire a mantenere la calma e a stabilizzare la situazione. La sua dedizione al lavoro è totale, e il suo approccio pratico lo rende un uomo rispettato: “Andrea è pragmatico e articolato... ma ciò che chiede agli altri lo chiede a se stesso”, confermano anche in questo ambiente.

Cerchiate in rosso il 2021, quando il Cristiano Ronaldo delle banche arriva a Unicredit e inizia a riorganizzare la banca con una serie di mosse strategiche che portano a un balzo del titolo del 400%. Si guadagna una reputazione come uomo di azione, uno che non si lascia influenzare da pressioni politiche o esterne. Durante la gestione dell’acquisizione di Monte dei Paschi di Siena, il governo italiano sperava che Orcel concludesse l’affare, ma l’intesa non arriva perché le metriche finanziarie non rispettavano la sua disciplina nell'M&A. Orcel se ne va, senza fare compromessi.La sua visione non è mai limitata: dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, si trova in disaccordo con la Bce sulla presenza russa di Unicredit, mettendo a rischio la sua reputazione. Ma questo è Orcel: "Non è un politico, è un uomo che non fa cazzate", dice di lui qualcuno. “Con lui la moral suasion non funziona... ed è per questo che coloro che non lo amano dicono che ha un brutto carattere”, commenta Davide Serra, amico e investitore di lunga data. Orcel è l’uomo che va dritto al punto e non si preoccupa delle apparenze. Avviso ai navoganti sulla doppia sfida nel contesto del risiko. Valgano le parole di Alessandro Profumo, uno che lo conosce bene: "Andrea è un tipo che sa esattamente come ottenere ciò che vuole”. (di Andrea Persili)

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