
La prostituzione in Italia: 100mila tra escort e lucciole, giro d’affari da 4,7 miliardi di euro l’anno
La prostituzione in Italia: 100mila tra escort e lucciole, giro d’affari da 4,7 miliardi di euro l’anno. Con la nuova classificazione Ateco 2025, l’Italia potrebbe fare un primo passo verso la riconoscibilità fiscale. Passaggio delicato. Secondo la precisazione Istat, la classificazione codice 96.99.92 riguarderà solo operatori economici residenti che svolgono attività legali: esclusa ogni forma di sfruttamento, favoreggiamento o induzione alla prostituzione altrui, ancora oggi reato in base alla legge n. 75 del 1958, la cosiddetta Legge Merlin. Dicono alcuni esperti contattati dall'Adnkronos: "Bisognerà capire se potrà essere applicato alle restanti forme di attività di escort".
Efe Bal, escort transessuale turca che danni vive ed esercita la sua professione a Milano, esprime soddisfazione all'Adnkronos: "Sarei davvero felice: finalmente si inizia a parlare di un codice fiscale anche per chi fa questo mestiere. Ora la vera domanda è: chi avrà il coraggio di dichiararsi? Chi si presenterà per ottenere questo codice e cominciare a pagare le tasse? Io non credo che siano in molti a volerlo fare. Forse non sono tutte "sceme" come me: io sono stata la più conosciuta, quella che ha avuto un contenzioso col fisco per oltre un milione di euro, una cifra mai pagata perché alla fine è andata in prescrizione", sottolinea.
Spiega Efe Bal: "Non so se il merito di questo passo avanti sia di Meloni, o di Salvini, che ogni Natale rilancia l’idea di regolarizzare la prostituzione. Ma oggi, se davvero il fisco ha iniziato a riconoscerla come attività lavorativa, io non posso che esserne felice". Non mancano, secondo l'escort, i dubbi: "La domanda più importante è: una volta che ti dichiari, paghi le tasse, hai diritto anche tu a una pensione? A delle detrazioni? A un minimo di riconoscimento sociale, oltre che fiscale?", si chiede. "Perché se paghi le tasse ma poi non hai nemmeno diritto a una pensione da 600 euro al mese, allora è sfruttamento. Allora lo Stato diventa il pappone più grande della storia", evidenzia.
"Ora -prosegue - voglio vedere cosa diranno i 'sinistri', quelli che parlano tanto di corpo delle donne, ma poi storcono il naso davanti a certi temi. Perché, diciamolo: l’utero in affitto per nove mesi va bene, ma la vagina “in affitto” per mezz’ora no?", evidenzia. La conclusione: "Io non faccio più questo lavoro, quindi non mi riguarda direttamente. Ma voglio vedere - conclude - se davvero ci sarà qualcuno che si farà avanti, che chiederà quel codice e inizierà a pagare le tasse." (di Andrea Persili)