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Bps, i piccoli azionisti: "Ops di Bper mette a rischio l'esistenza di Banca Popolare di Sondrio"

"A rischio la capacità di credito nelle comunità, specialmente per le Pmi, che sono parte dei nostri associati"

Bps, i piccoli azionisti:
10 marzo 2025 | 14.42
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Uno dei tanti tasselli del risiko, l'Ops di Bper su Banca Popolare di Sondrio. C'è chi mette in luce le possibili sinergie, ma i piccoli azionisti della banca valtellinese non ci stanno. A poco valgono le rassicurazioni sul mantenimento del marchio in quei territori dove storicamente la banca ha una forte penetrazione. "Questa Ops? Mette a rischio l'esistenza di Banca popolare di Sondrio", dice in un'intervista all'Adnkronos Matteo Lorenzo De Campo, presidente di ‘Insieme per la Popolare’, l’associazione che rappresenta i piccoli Azionisti della Banca Popolare di Sondrio. De Campo spiega che il no al matrimonio è una posizione sempre più condivisa: “Nella scorsa Assemblea della Banca l’Associazione ha rappresentato più di 1.500 soci con oltre il 5% del capitale sociale; dalla presentazione dell’Ops le adesioni sono aumentate vertiginosamente e ad oggi abbiamo più di 3.300 associati.”

Bper e Popolare di Sondrio sono le due ex popolari: le ultime due grandi rimaste. Qualcuno parla di matrimonio naturale. Cosa ne pensate? 

"I matrimoni, fino a prova contraria, si fanno fra consenzienti, mentre l’interesse di Bper, oltre ad essere non concordato e quindi unilaterale, non sembra essere rivolto al “modello Bps”, quanto ai propri interessi di crescita strutturale in un momento turbolento del sistema bancario. E poi i matrimoni si programmano, mentre questa Ops ha sorpreso tutti. Tra l’altro, solo a settembre scorso l’Ad di Unipol ha detto che si tratta di due banche cresciute in maniera profondamente diversa e che vivono in fasi molto differenti della propria storia. Anzi, disse che operazione era “sbagliata” e che “rischiava di fare pasticci”.

Ma in molti oggi sottolineano le possibili sinergie.. 

"Sinergie potrebbero essercene, ma sono quelle descritte da Bper nella presentazione dell’Ops: “Allineando la produttività della rete di filiali e facendo leva sulle opportunità di cross-selling derivanti da integrazione e ottimizzazione di linee di business a valore aggiunto”. Interpretiamo queste parole con l’opportunità di incrementare i prodotti bancassicurativi e di gestione del risparmio al personale di Sondrio, al prezzo però di ridurre la produttività in termini creditizi, che è la peculiarità della Bps. Questo è il motivo principale della nostra preoccupazione: il rischio non solo di perdere produttività e quindi valore in termini azionari, ma anche di perdere capacità di credito nelle comunità, specialmente per le Pmi, che sono parte dei nostri associati".

Ma i due istituti hanno la stessa fabbrica prodotto, che in questo caso è Arca Sgr. Sia Bper che Popolare di Sondrio vendono e propongono tendenzialmente, anche se non esclusivamente, prodotti della stessa società Arca. 

"Il fatto che abbiano la stessa fabbrica prodotto eliminerà solo una problematica di unione, ma non implementerà certo il mercato prodotto. Oltre a considerare le conseguenze dell’unione da un punto di vista nominale, bisogna guardare alla concretezza, all’operatività, che sono fattori fondamentali. Per evitare un rischio di execution è necessario tenere in considerazione il carattere e la natura delle due banche".

Il carattere delle banche? 

"Certo, Bps è una banca costruita sulle imprese, ha una filiera decisionale corta, favorita da dimensioni ridotte e un centro “leggero”, le filiali sono autonome, il personale è motivato, infatti è cresciuta continuando a generare filiali, non acquisendole. Proprio questo fattore permette alla Banca di mantenere la propria unicità e il proprio marchio di fabbrica: in particolare il grande senso di appartenenza, che è la ragione non solo della sua efficienza ma soprattutto della sua capacità di delega sui territori. Bper è in una fase completamente diversa del proprio percorso, in particolare a seguito dell’incorporazione di filiali eterogenee: da questo punto di vista è una banca più standardizzata. Se dovesse arrivare la fusione, imponendo a Bps il modello operativo Bper , si logoreranno proprio quegli aspetti che hanno permesso il successo del modello della Popolare di Sondrio".

Bper garantisce che l'Ops non mette a rischio l'esistenza della banca. Per voi è così? 

"Visto che Bper ha evidenziato la volontà di procedere anche con valori relativamente bassi di capitale azionario ad una fusione per incorporazione, non riusciamo a capire cosa si intenda con “esistenza della Banca” a questo punto: , si comprometterà l’esistenza della Banca Popolare di Sondrio e la storia pluridecennale di moltissimi suoi clienti, di gran parte dei territori, imprese, famiglie, clienti. Noi invece vorremmo poter contare sulla Popolare che abbiamo conosciuto in tutti questi anni, sulla sua capacità di essere connessa con il tessuto imprenditoriale, sui tanti contatti che ha creato in Italia e nel mondo".

E la perfetta complementarietà territoriale tra Bper e Sondrio, in Emilia Romagna e Lombardia. Che ne pensate? 

"Credere che “casualmente” le due banche siano complementari è pura illusione, comunque basta andare su Google Maps e cercare nelle principali province lombarde le filiali per capire che le sovrapposizioni sono molte di più delle otto citate".

Citava un problema sui dipendenti

"Bper ha annunciato sinergie di costo sul personale per un valore di circa il 25% dell’attuale costo del personale della Popolare di Sondrio – con riflessi occupazionali evidentemente molto significativi. Si tratta di centinaia di esuberi, e questo rinnova la nostra preoccupazione circa l’efficienza del sistema post-fusione visti i livelli elevatissimi di efficienza della Popolare di Sondrio, tra i migliori del mercato".

Ma voi che ruolo pensate di avere? 

"Come hanno ben commentato personalità autorevoli nel mondo bancario, il peccato originale è la riforma delle Banche Popolari: è chiaro a tutti che la Popolare di Sondrio è soggetta alla legge del mercato e anche alle sue consuetudini, per cui i grossi azionisti hanno più peso dei piccoli non tanto per capitale investito, quanto per partecipazione attiva. Pensiamo però che BPER farebbe un grosso errore a trascurare i piccoli azionisti, che sono coloro che mantengono con la Banca un rapporto duraturo sotto tutti i profili: come shareholder, come stakeholder, come clienti, fornitori, dipendenti". (di Andrea Persili)

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