L'ex ministra di Italia Viva: "Contrattazioni di Conte poco qualificabili"
"Quando ho capito di non poter più svolgere il mio lavoro, mi sono dimessa. Sarei rimasta a fare tappezzeria. Fare il ministro porta onori e oneri, quando è diventato solo un onore senza poter incidere ho capito che quello non era più il mio posto". Lo ribadisce a Radio Capital l'ex ministra Teresa Bellanova, sottolineando come anche il voto di astensione di ieri in Aula da parte di Italia Viva sia stato dettato dalla responsabilità: “Abbiamo posto problemi che riguardano l'Italia, su quelle questioni abbiamo lasciato una porta aperta a Conte a ai partiti di maggioranza".
"Se invece di affrontare le questioni ci si occupa di mettere fuori una forza riformista come Italia viva, allora vuol dire che la politica è arrivata a livelli bassissimi. Non sento di essere la responsabile della crisi, sono stata solo responsabile verso il Paese", rimarca Bellanova.
"Conte si è molto affezionato al suo ruolo e alla sua centralità e ha tolto spazio al ruolo del Parlamento. Basta vedere quanti decreti e quanti Dpcm sono stati fatti. Non ci si può sostituire alle sedi parlamentari. Io ho provato a comunicare con lui. Il giorno della conferenza stampa gli ho scritto anticipatamente delle mie dimissioni. Ma come al solito non ha risposto", rivela la senatrice.
"I voti presi da Conte? Mi paiono poca cosa. Pensare di aver vinto con 156 voti, alcuni dei quali raccattati con contrattazioni poco qualificabili e tre senatori a vita. Le sorti delle istituzioni mi sembrano poco solide", sottolinea Bellanova.