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Conte e uso scorta, Angelilli: "Mio esposto doveroso"

Fotogramma /Ipa
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30 novembre 2020 | 12.28
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"Un mese fa ho ritenuto doveroso presentare un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, sulla base di quanto accaduto al giornalista de 'Le Iene' Filippo Roma, che aveva evidenziato questo episodio anomalo sull'utilizzo improprio della scorta del premier Giuseppe Conte. E credo che il Presidente del Consiglio debba chiarire la vicenda visto che da sempre si professa avvocato del popolo e fa parte di un partito che dice di combattere gli abusi e gli sprechi". Così all'Adnkronos Roberta Angelilli (Fdi), già vice presidente del Parlamento europeo, che ha presentato un esposto in Procura dopo che lo scorso 26 ottobre gli uomini della sicurezza del premier sarebbero intervenuti nell'episodio dell'intervista che la troupe delle 'Iene' intendeva realizzare alla sua compagna, Olivia Paladino.

"Nell'esposto, semplice e lineare - sottolinea Angelilli - mi sono limitata a chiedere di verificare se l'uso della scorta del premier da parte della compagna di Conte, che così avrebbe usufruito di addetti alla sicurezza pubblica, fosse stato improprio. E questo, di fronte a un giornalista, Filippo Roma, che lamentava di essere stato bloccato mentre svolgeva soltanto il suo lavoro. E questa mattina, ai sensi dell'art. 335 del codice di procedura penale, tramite il mio avvocato ho dato mandato di ricevere il 'certificato attestante eventuali notizie di reato'". Essendo stata lei a presentare l'eposto, in sostanza, Angelilli chiede di essere informata sugli sviluppi dell'indagine.

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Angelilli si prepara inoltre a inviare un'altra segnalazione alle autorità competenti. "Dopo aver presentato l'esposto -racconta- sono stata bersagliata sui social. Insulti, minacce di morte e offese. Mi hanno coperto di ingiurie di ogni genere. Del resto questa è la tattica della base grillina per far desistere chi si mette contro Conte e il Movimento. In ogni caso ho registrato i nomi dei profili da cui sono partiti insulti -mi hanno dato anche della mafiosa - e minacce di morte per segnalarli a chi di dovere".

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