Il presidente Conferenza Regioni al termine dell'incontro notturno con il Governo che ha chiuso una lunga giornata di confronto: "Alla fine è arrivato il risultato, nostro obiettivo dare regole certe per riaperture"
"Alla fine il risultato è arrivato”. Così il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini, al termine dell'incontro notturno con il Governo che ha chiuso una lunga giornata di confronto. “In un'ottica di collaborazione istituzionale si è ricercata e si è trovata una soluzione con l'accordo raggiunto venerdì tra Regioni e Governo. Il nostro obiettivo - ha spiegato - è sempre stato quello di dare regole certe alle attività che da lunedì potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini".
"Il Governo si è impegnato a richiamare nel testo le linee guida elaborate e proposte dalla Conferenza delle Regioni quale riferimento certo e principale dai cui far discendere i protocolli regionali. Ciò assicurerà, peraltro - ha concluso Bonaccini - omogeneità e certezza delle norme in tutto il Paese”.
''Si può fare sempre di più, ma stavolta abbiamo scritto una pagina importante anche dal punto di vista delle relazioni istituzionali'', ha poi spiegato Bonaccini in un'intervista alla Stampa. ''Le Regioni hanno presentato linee guida condivise al governo, che aveva chiesto un testo con regole comuni. Abbiamo dato indicazioni che permettono alle attività economiche di poter ripartire in sicurezza, avendo certezza delle regole e tutelando la salute di lavoratori e cittadini. Tutto questo per me ha un significato chiaro: collaborazione istituzionale, fra territori e con lo Stato, a vantaggio dei cittadini. La leale collaborazione tra istituzioni è sempre necessaria, ma in una situazione di epidemia diventa addirittura imprescindibile''.
Parlando del Mes, Bonaccini ha spiegato he ''bisogna investire sempre di più sulla sanità pubblica e territoriale. E se arrivassero all’Italia 36 miliardi di euro per questo io li prenderei immediatamente per rafforzare strutture, tecnologie, servizi e operatori. Il resto è ideologia e propaganda, buona per un comizio elettorale. Ma i comizi non curano le persone''.