Il presidente della Regione: "Ho mandato relazione comitato scientifico ma decreto già firmato"
"Noi continuiamo a dire che vogliamo che le nostre tre province escano da questa idea di zona rossa, rispettiamo le regole però non vogliamo avere tre province dentro sulla base di quella classificazione". Lo chiede il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ai microfoni di Rtl 102.5.
"Ricordo - rivendica il governatore - che il Veneto ha 658 persone positive, molte delle quali asintomatiche, 47 persone in terapia intensiva, non abbiamo le caratteristiche per essere zona rossa. Non lo dico per un fatto di vanto ma perché i dati ci dicono che la provincia di Treviso ha un cluster tutto ospedaliero, cioè una signora, per altro deceduta, ha contagiato un reparto con degli ospedalieri che sono stati velocemente isolati. Molti sono asintomatici, passeranno la quarantena dei 15 giorni e finisce lì".
"Un altro cluster è quello di Padova, ma ricordo che la vicenda del comune di Vò con i sessantasei contagiati, abbiamo rifatto i tamponi in queste ore e si sono negativizzati molti positivi. Dall'altro il cluster di Venezia è un altro cluster ospedaliero con contagio ospedaliero, tutto qui. Il comitato scientifico della Regione Veneto questa notte mi ha preparato una relazione per dire di togliere le tre province venete che io ho mandato alle due del mattino e poi ho scoperto che avevano già deciso, firmato e fatto tutto".
"Di questo decreto abbiamo scoperto prima dalle homepage di alcune testate che vedendolo sulla scrivania. Un decreto come questo, così importante, non abbiamo avuto modo di controdedurre perché avevamo chiesto di attendere almeno fino a questa mattina per poter presentare delle proposte, non è stato possibile", ha affermato ancora Zaia aggiungendo in una conferenza stampa trasmessa da Sky Tg 24: "Questo decreto per interpretarlo ha bisogno minimo di una circolare applicativa, così è difficile dare una risposta ai cittadini. Sulla movimentazione posso muovermi all'interno della provincia per lavorare, ma se lavoro fuori dalla provincia cosa accade? E se devo muovermi da una provincia all'altra per altre attività? Nel decreto si dice che bisogna limitare gli spostamenti anche all'interno della provincia. Tutto magari ha una ratio, ma per noi veneti al momento no".
"La regola in giurisprudenza è che la norma va sempre applicata in maniera estensiva, perché se la movimentazione è garantita va garantita a 360 gradi, perché sennò l'alternativa a questo è il coprifuoco", ha detto ancora.