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"Salvini togli il video, non sono uno spacciatore"

Parla Yassin, il 17 enne che ieri a Bologna ha ricevuto la citofonata del leader della Lega. L'avvocato e attivista Cathy La Torre: "Questa volta le scuse del Capitano non credo basteranno"

(Cathy La Torre /Facebook)
(Cathy La Torre /Facebook)
22 gennaio 2020 | 19.26
LETTURA: 4 minuti

"Ancora una volta, al Capitano, ha detto male. Si è scusato per il video in cui ha preso in giro un ragazzo dislessico. Questa volta le scuse non credo basteranno". A dirlo, pubblicando un lungo post su Facebook corredato da una video-intervista, è l'attivista e avvocato Cathy La Torre cui si è rivolto Yassin, il minorenne che ieri a Bologna ha ricevuto la citofonata di Matteo Salvini.

"Come devo stare? Ci sono rimasto, è una brutta cosa - spiega il ragazzo nel video -. Mi viene da pensare 'adesso la gente come mi guarda? I miei amici come mi guardano?'. Molto probabilmente mi guarderanno con occhi diversi, ma voglio far capire che io non sono uno spacciatore, gioco a calcio, tra 5 mesi divento padre. Vorrei far capire questo: che non sono uno spacciatore e voglio far levare quel video lì. Salvini togli quel video - dice poi rivolgendosi al leader leghista -, sono cose non vere, tu dici 'spacciatore, padre e figlio che spacciano' e questo non è vero... Voglio continuare la mia vita di prima, voglio uscire di casa. Prima la gente non mi conosceva, ora dicono 'Iaia lo spacciatore'. Ma cos'è?", si chiede.

"Il ragazzo di spalle - scrive Cathy La Torre nel post che accompagna il video - è Yassin. Nascondo il suo volto perché è un minorenne, ha solo 17 anni. Posso dire il suo nome perché qualcun altro, ieri sera, in diretta sulla sua pagina, seguita da milioni di persone e ripreso da tutti gli organi di informazione, lo ha detto a microfoni unificati. Nome, Cognome, persino il Cognome della madre e il piano dove vive. Lo ha detto citofonando a casa sua e chiedendo 'Lei è uno spacciatore?'. Così. Perché una signora glielo ha detto. E lui - continua l'avvocato -, a favor di telecamera, non ha perso l’occasione per gettare un altro po’ di odio contro gli stranieri. Perché questo è il punto: far passare lo straniero, in questo caso un 'tunisino', per uno spacciatore".

"Già - scrive ancora l'attivista -. Ma Yassin, che tutti chiamano Iaia, non è un tunisino. E' italiano, figlio di un matrimonio misto, che mi vergogno pure a doverlo dire che si, si è pure figli di matrimoni misti! Iaia - spiega - nella vita gioca a calcio e lo fa pure discretamente bene tanto da essere stato convocato 3 volte dalla nazionale giovanile a Coverciano, e aver giocato nel Sassuolo, nel Modena e no: non spaccia. Non ha precedenti penali, di nessun tipo. Zero. Nada. Niente. Vuole solo vivere la sua vita, giocare a calcio, studiare per ottenere la stessa patente del padre (che è un autista della Bartolini) e fare lo stesso lavoro. Perché tra 5 mesi diventa papà anche lui. Ma da ieri - sottolinea ancora -, per tanti, è solo 'Yassin lo spacciatore'. Perché un ex Ministro dell’Interno ha citofonato a casa sua chiedendogli 'lei è uno spacciatore'. Perché serviva dare in pasto ai suoi fan l’immigrato delinquente", conclude.

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