Dal Pd a Forza Italia, pioggia di critiche per le frasi del ministro dell'Istruzione
Fanno discutere le parole del ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, che ieri, parlando ai microfoni di 'Un giorno da pecora' su Rai Radio 1, sul tema del crocifisso in classe ha affermato: "Meglio una parete con una mappa geografica del mondo un richiamo alla Costituzione e agli obiettivi dello sviluppo sostenibile". Parole che in queste ore stanno sollevando un polverone di polemiche, soprattutto tra i parlamentari.
"Da laico dico che non sono i crocifissi a mettere in discussione la laicità della scuola e dello Stato" scrive su Twitter il deputato del Pd, Andrea Orlando. Dalla Lega, invece, chiedono a gran voce di mettere "giù le mani dal crocifisso" sia il leader della Lega Matteo Salvini sia il senatore Simone Pillon: "Il crocifisso è segno delle nostre radici cristiane e simbolo della fede di un popolo, il Governo tenga giù le mani - dice Pillon -. È vergognoso che la priorità del ministro dell'Istruzione, con tutti i problemi che ha la scuola in Italia, sia quella di togliere i crocifissi dalle aule. Siamo pronti a dare battaglia e a difendere la nostra storia: il crocifisso non si tocca".
"Il crocifisso non è un elemento di arredo, ma la testimonianza delle radici del nostro Paese - incalza Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera -. La sua presenza sulle pareti delle aule scolastiche, a differenza di quel che pensa il ministro Fioramonti, non impedisce di esprimersi agli studenti di altre culture e religioni". Le fa eco l'azzurra Annagrazia Calabria: "Solai pericolanti, carenza di docenti, riscaldamenti rotti, servizio mensa precario, connessioni internet inesistenti, laboratori per le attività scolastiche desueti, palestre inutilizzabili. Ministro Fioramonti rispetti i nostri valori e si occupi delle cose serie" twitta Calabria, mentre per la senatrice di Fi Licia Ronzulli "il ministro Fioramonti minaccia di togliere il crocifisso, prestando il fianco a chi attacca i simboli della nostra cultura per una tolleranza senza limiti".
Per Antonio De Poli (Udc) "Il Crocifisso non si tocca! - scrive su Twitter -. Siamo stupiti dal fatto che per l'ennesima volta un ministro strumentalizzi un simbolo che appartiene a tutti e non può diventare motivo di divisione. Con la scusa della laicità un giorno forse ci vieteranno di pregare?"
Prova a gettare acqua sul fuoco Michele Bordo, vicepresidente dei deputati Pd: "Basta con questa discussione sterile sul crocifisso nelle aule. I problemi della scuola sono i docenti che in molti istituti ancora mancano e le troppe strutture fatiscenti che mettono a rischio l’incolumità di studenti e insegnanti. Fioramonti si concentri su questo". La pensa così anche Davide Faraone, presidente senatori Italia Viva: "Ministro Fioramonti - cinguetta - lascia stare merendine, crocifisso, foto di Mattarella, giustificazioni. E pensa a fare il Ministro. Ripristiniamo L’Unità di Missione sull’edilizia scolastica?"
Non usa invece mezzi termini la leader Fdi, Giorgia Meloni: "Dopo Toninelli, ora è il ministro Fioramonti a regalarci ogni giorno una perla di saggezza - tuona Meloni su Facebook -. Dopo le tasse sulle merendine e le assenze per manifestazione giustificate dallo Stato, il ministro dell'Istruzione ci dice che al posto del crocifisso in aula vedrebbe bene 'una cartina del mondo con dei richiami alla Costituzione'. Io invece vedo bene il crocifisso in aula, e la cartina del mondo con richiami alla Costituzione negli uffici del M5S, così imparano dove sta Matera e cosa dice l'art. 1 della Costituzione (la sovranità appartiene al popolo)".