Luigi Di Maio apre, Nicola Zingaretti e Dario Franceschini rispondono. L'alleanza M5S-Pd, dopo l'accordo per la formazione del governo, può trasferirsi in Umbria, con formule e soluzioni da decifrare. Ad aprire il dibattito è la lettera che il leader politico del M5S invia a La Nazione - Qn.
In Umbria "per rigenerare il patto di fiducia cittadini-istituzioni, secondo me c’è bisogno che tutte le forze politiche di buon senso facciano un passo indietro e lascino spazio a una giunta civica, che noi saremmo disposti a sostenere esclusivamente con la nostra presenza in consiglio regionale, senza pretese di assessorati o altri incarichi. Ovviamente ci aspettiamo che tutti gli altri facciano lo stesso", scrive. "Qualcuno parlerà di alleanze o coalizioni, ma non si tratta di questo - prosegue Di Maio - Ognuno correrà con il proprio simbolo in sostegno di un presidente civico e con un programma comune. Ma senza pretendere nulla sulla composizione della giunta e sulle dinamiche del governo regionale. Le forze politiche saranno solo in consiglio regionale con i propri gruppi".
Ci siamo aggrediti e insultati per anni. Ora costruiamo una casa comune con i sassi che ci siamo gettati contro. @Mov5Stelle @pdnetwork #AreaDem2019
— Dario Franceschini (@dariofrance) September 15, 2019
"Anche in Umbria il confronto può andare avanti. Ci sono tutte le condizioni per un processo nuovo che valorizzi la qualità e metta al centro il lavoro, la sostenibilità e il bene dei cittadini umbri", scrive in una nota il segretario del Pd.
Dai dem arriva anche la replica più strutturata di Franceschini. "Oggi Di Maio ha detto cose importanti sull'Umbria. Ora c'è l'Umbria, poi si voterà in Emilia, Calabria, Toscana. Vedremo, un passo alla volta. Le parole di Di Maio possono essere un inizio di percorso che possiamo provare a intraprendere per evitare la vittoria della destra in una regione importante", dice il ministro dei Beni Culturali.
"Sarà difficile, c'è stato un ultimo anno di violenze reciproche, noi dicevamo 'siete della Casaleggio', e loro dicevano che noi eravamo il partito di Bibbiano, ma proviamo a costruire una casa comune con i sassi che ci siamo tirati addossa a vicenda. Dobbiamo lavorare con un metodo vero delle coalizioni", aggiunge.