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'Coalizione Ursula' sotto i riflettori

Prodi: "Confronto Pd-M5S su programma comune". Meloni: "Scenario da brividi"

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18 agosto 2019 | 17.08
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Le elezioni, anche se non vanno considerate una 'patologia', sono l'"ultima ratio". Per Romano Prodi - che lo scrive in commento in prima pagina sul "Messaggero" - bisogna fare il possibile per evitarle, preparando "le basi di una maggioranza costruita attorno a un progetto di lunga durata, sottoscritto in modo preciso da tutti i componenti della coalizione. È un compito difficilissimo ma non impossibile". Anche per l'ex premier e commissario Ue la base di una nuova coalizione potrebbe essere quella che ha votato per l'elezione di Ursula von der Leyen alla guida della commissione europea. Prodi inoltre elenca i punti programmatici di un possibile contratto di governo: Europa, "la riorganizzazione degli strumenti necessari per la ripresa economica", difesa dei diritti civili e sociali (welfare, scuola, sanità); politiche dell'immigrazione concertate con la Ue. "Non sarà certo facile - ammette Prodi - trovare l'unità necessaria per definire questo programma fra partiti che si sono tra di loro azzuffati per l'intera durata del governo e che hanno perfino un diverso concetto del ruolo delle istituzioni nella vita del Paese (...) In genere, in questi casi, si deve pensare a qualcosa che possa perlomeno potersi paragonare a un congresso di partito". "Non ho la minima idea di come possa svolgersi un congresso dei 5Stelle - continua Prodi - perché sono cresciuto con la convinzione che per confrontarsi sia necessario almeno guardarsi in faccia, ma ho un'idea ben chiara sulla necessità di aprire un dibattito nell'ambito del Pd così che la posizione prevalente possa portare avanti in modo credibile e fermo le decisioni prese, senza che esse vengano continuamente messe in discussione anche ponendo sul tavolo ipotesi di scissione".

La nuova maggioranza potrebbe nascere dunque dalla convergenza tra le forze che hanno sostenuto l'elezione di Ursula von der Leyen alla guida della commissione Ue: Pierferdinando Casini indica, in un'intervista al "Corriere della Sera", quelli che dovrebbero essere i contraenti di un nuovo contratto di governo: Pd, M5S e perfino Forza Italia. "È essenziale - osserva l'esponente centrista - sia per le politiche sull’immigrazione che per quelle economiche". Casini pensa a un esecutivo stabile, non a un "governicchio di tre mesi, che aiuterebbe solo Salvini e non il Paese. L'orizzonte deve essere di lunga durata". L'ex presidente della Camera vorrebbe veder coinvolta anche Fi che, tuttavia, sembra più voler guardare alla Lega. "E' inspiegabile come a livello europeo scelgono di essere punto di riferimento del Ppe e poi - a parte alcuni come Brunetta e Carfagna - fanno discorsi più populisti di quelli di Salvini. E invece avrebbero la possibilità di sedersi a un tavolo di convergenza nazionale ed europea". Il M5S sembra essere l'ago della bilancia... "Io - obietta Casini - tutte queste possibilità non le vedo. Tornare con la Lega sarebbe una catastrofe assoluta. Sono in una fase delicata, non c'è dubbio, ma la via del governo politico è sempre la più forte". "Chiaro che è una operazione difficilissima quella di un governo col centrosinistra, e per percorrerla non sono accettabili veti. Anche io, che non sono un fan di Di Maio, non direi mai che deve restare fuori da un governo. Anzi, dentro ci vorrei pure Zingaretti".

Su una 'coalizione Ursula' interviene all'Adnkronos il commissario del Pd umbro e parlamentare Walter Verini. "Parliamo ancora di una situazione futuribile perché purtroppo c'è ancora un governo in carica, ed è urgente che esca di scena sia per i danni arrecati all'Italia in questo anno sia per lo spettacolo indecente di questi giorni" sottolinea Verini. "Una volta aperta la crisi e dimessosi il governo - prosegue - credo che il Quirinale sarà il luogo dove discutere scenari possibili sapendo che il Pd, e su questo concordo con Zingaretti, non ha paura del voto ma con una opzione praticabile piuttosto che pasticci o accordicchi. Se al Quirinale, sotto la regia di Mattarella, si aprissero possibilità non di accordi di basso profilo ma di dialoghi di alto respiro - conclude il deputato Pd - al di là delle formule in quel caso l'orizzonte europeista credo debba essere la base di qualsiasi confronto".

Coalizione Ursula? "Visto che l’idea avanza..." commenta con poche parole su Twitter Sandro Gozi. Ma per il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, "l'ipotesi di un 'governo istituzionale' sostenuto da Pd, M5S e Forza Italia", "il tutto con la benedizione di Romano Prodi", "è uno scenario che fa venire i brividi e che riproporrebbe in Italia la stessa grande ammucchiata che in Europa ha portato all'elezione di Ursula Von Der Leyen alla presidenza della Commissione europea. A Bruxelles Fratelli d'Italia non ha partecipato a questo patto del Nazareno allargato al M5S e non intende assolutamente farlo qui in Italia". "Per noi - ribadisce - l'unico governo possibile è un governo sovranista legittimato dagli italiani".

Per Stefano Fassina, deputato Leu e promotore di Patria e Costituzione, la 'maggioranza Ursula' "aggraverebbe la svalutazione del lavoro e gonfierebbe la Lega di Salvini. No! Serve una maggioranza per il primato della nostra Costituzione o meglio le elezioni".

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