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Forte del suo 34%, Matteo Salvini detta l'agenda con gli alleati di governo e avverte il socio di maggioranza Di Maio: "Se si vuole andare avanti, stop polemiche". I 5 stelle, incassata la batosta, sembrano non voler staccare la spina. In ballo ci sono i dossier che scottano. Mentre la Lega si fa avanti per Roma

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28 maggio 2019 | 09.54
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Forte del suo 34%, Matteo Salvini detta l'agenda con gli alleati di governo e avverte il socio di maggioranza Luigi Di Maio: "Se si vuole andare avanti, è così che si deve fare, ma se da domani si ricomincia con i ritornelli, e allora no...''. Ospite di 'Radio Rtl102.05, il vicepremier fa capire che vuole guardare avanti: "Chiusa la campagna elettorale, chiuse le polemiche". "Ma no, nessun ultimatum'', assicura però commentando il titolo di 'Repubblica' secondo cui il leader della Lega, dopo la vittoria alle europee, ora darà un termine di ''30 giorni a Di Maio'' al quale però chiede "coraggio per il futuro. Comunque vada Lega e M5S hanno più del 50% dei consensi...". E prima di tutto vengono "sicurezza e tasse, tutto il resto viene dopo".
La verità è che la Lega pigliatutto ha prosciugato i 5 Stelle, guadagnando 3 milioni di voti contro i 6 milioni di voti persi dal M5S. Un tracollo per i grillini che ha stravolto gli equilibri all'interno dell'esecutivo governo. "Che facciamo? Stacchiamo la spina al governo o no?". Questa, a quanto apprende l’Adnkronos da una fonte autorevole del M5S, la domanda posta da Di Maio ai presenti all’inizio del vertice convocato ieri pomeriggio al Mise per analizzare l’esito del voto europeo e disegnare la strategia per il futuro. Una domanda che avrebbe visto la stragrande maggioranza dello stato maggiore grillino compatto sull’idea di andare avanti con l’esperienza dell’esecutivo gialloverde.
Un incoraggiamento al Movimento è arrivato anche da Salvini "convinto" che i Cinquestelle "possano tornare a crescere". "Cinque anni fa avevamo preso il 6% - ha ricordato il leader del carroccio - e se ci fossimo disperati non saremmo qui a commentare il 34%".

Ma in tutto questo si inseriscono però i dossier che scottano con la Tav che tiene banco sin da quando ha cominciato a essere chiaro il responso delle urne. A spiegarlo è il vincitore: "Gli italiani, con il voto per le elezioni europee, hanno dato ''un mandato chiaro: andate e fate'', incalza Salvini. Senza dimenticare il decreto sicurezza bis, che "è pronto e spero sia approvato questa settimana". Comunque al vicepremier leghista "interessa che il governo torni a correre, a produrre, e a parlare con una voce sola, cosa che non è accaduta nelle ultime settimane. Non ho mai risposto a provocazioni o altro. Mi aspetto un Consiglio dei ministri questa e uno la prossima settimana, con idee che diventano fatti sia da parte di M5S che della Lega...".

Salvini tira di nuovo in ballo Roma dove "siamo il secondo partito ad un pelo dal Pd. In alcune periferie, la Lega ha preso il 36%, con il M5S ampiamento dietro. E' un segnale dei romani nei confronti della sindaca Raggi''. Riguardo l'ipotesi di un sindaco leghista nella Capitale il leader della Lega assicura: ''Il giudizio sul sindaco lo danno gli elettori quando votano, ci faremo trovare pronti''.

E all'Ue: "Mi auguro che non ci sia nessuno che mandi le letterine... Il debito sta aumentando da sempre, da decenni, siamo arrivati al record storico. Negli ultimi dieci anni seguendo le letterine, i vincoli, Monti, la Fornero, l'austerità, i tagli, i regolamenti,il debito è aumentato di 655 miliardi". "Penso che il voto di domenica -spiega il leader della Lega- abbia fatto capire a tutti che bisogna rimettere al centro il lavoro, l'uomo, la donna, la famiglia e l'economia reale. Quindi, penso che dalla Merkel a Macron, dagli sconfitti ai vittoriosi, tutti abbiamo capito che bisogna cambiare questi parametri. Mi auguro che non ci sia nessuno che manda letterine, che richiama all'ordine. C'è da ricostruire un sogno e sono orgogliosamente parte -grazie agli italiani- di questo sogno. Penso che tutti abbiano chiaro, al di là delle etichette, che bisogna rimettere al centro la vita vera altrimenti l'Europa viene schiacciata tra Stati Uniti, Cina e continente africano".

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