"Le tariffe incentivanti e i premi di cui al decreto ministeriale 6 luglio 2012 e ai suoi allegati, del ministero dello Sviluppo Economico, si applicano agli impianti aventi accesso diretto agli incentivi ai sensi dell'articolo 4 comma 3, del medesimo decreto, alla condizione che siano entrati in esercizio fino alla data del 30 settembre 2017 e documentino di aver inviato la comunicazione di fine lavori al competente gestore di rete entro il 30 giugno 2017". E' questo, a quanto apprende l'Adnkronos, il testo di un emendamento che la segreteria di Armando Siri, il sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti indagato per corruzione dalla Procura di Roma, avrebbe inviato al senatore leghista Massimiliano Romeo, nel corso dell'iter a Palazzo Madama del ddl Bilancio.
Un emendamento, questo, che doveva essere inserito tra quelli prioritari targati Lega ma che poi è stato stralciato in fase di scrematura. Per conoscenza, Romeo aveva mandato al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, il quale rigirò poi la mail il 14 dicembre 2018 a tutti per conoscenza e anche all'ufficio legislativo del Mit. L'emendamento tratta una delle materie oggetto di interesse - secondo l'autorità giudiziaria - dell'ex parlamentare di Fi Arata che si sarebbe interessato per conto di Vito Nicastri, imprenditore indicato dai magistrati come "finanziatore" della latitanza del boss Matteo Messina Denaro. Stando sempre alle risultanze degli inquirenti, il sottosegretario Siri avrebbe ricevuto denaro per mettere alcuni emendamenti finalizzati all'erogazione di contributi proprio per le imprese che lavorano nel campo dell'energia rinnovabile.