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Rapporti Putin-Salvini, scoppia il caso Soros

Vladimir Putin (AFP PHOTO)
Vladimir Putin (AFP PHOTO)
03 giugno 2018 | 21.22
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"Noi preferiamo avere Putin dalla parte nostra, piuttosto che mandarlo nel campo avverso. E il nuovo governo può mettere insieme russi e americani, facendoli cooperare su temi operativi". Guglielmo Picchi, deputato della Lega, consigliere di politica estera di Matteo Salvini, risponde così alle "preoccupazioni" del finanziere George Soros per l'alleanza tra il presidente russo e il leader leghista.

"Se invece c'è un rapporto tra Salvini e Donald Trump non va bene lo stesso - dice Picchi all'AdnKronos - e non va bene se c'è un rapporto tra Salvini e Marine Le Pen. Cosa dobbiamo dire? Noi abbiamo preso i voti degli italiani in modo democratico e trasparente".

RUSSIA - E nel contratto di governo con il M5S, ricorda il deputato della Lega, "c'è scritto che la Russia è un importante partner strategico e commerciale dell'Italia, ma questo non vuol dire che non siamo con la Nato e la Ue, ma riteniamo sia giusto chiedersi se le sanzioni hanno funzionato". "Il ruolo dell'Italia - sostiene il consigliere di Salvini - può essere quello di un governo che mette insieme russi e americani e lo fa su temi operativi, possiamo cambiare gli equilibri e questo può essere considerato pericoloso, perché certe rendite di posizione che ci sono state finora possono cambiare".

"Noi - insiste Picchi - preferiamo che Putin giochi dalla nostra parte del campo e non mandarlo nella parte avversa, perché sarebbe più pericoloso far saldare l'alleanza tra Russia, Iran e Turchia, allargandola fino alla Cina. Invece è meglio avere Mosca dalla nostra stessa parte, con Israele e gli Stati Uniti".

STABILITA' - La Lega al governo, secondo il consigliere di Salvini, "farà tutto quanto è nelle sue possibilità per far sì che la Russia resti nel nostro campo per la stabilità complessiva del Medio Oriente, con un Iran ridimensionato, una Turchia un po' più sobria e laica e un Israele non minacciato nella sua esistenza".

Picchi parla poi delle politiche migratorie, sulle quali bisogna "cambiare rotta rispetto al precedente governo: noi siamo consapevoli di tutte le difficoltà che ci sono, però riteniamo che con tanta serietà e buona volontà si possano trovare delle soluzioni", per esempio attraverso "trattati bilaterali per il rimpatrio di quanti stanno scontando pene detentive in Italia, per rendere funzionanti accordi che già ci sono e fare tutti gli altri che si rendano necessari".

RAPPORTI - "La differenza tra il prima e il dopo - chiosa il deputato - è che riteniamo che l'Italia possa utilizzare tutto il suo peso politico ed economico per far valere le proprie ragioni nei confronti di Paesi che ci hanno volutamente ignorato o hanno perso tempo nel dare esecuzione ad accordi già esistenti".

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