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"Salvini stalinista", l'affondo di Maroni

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11 gennaio 2018 | 08.58
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"Salvini con me si è comportato da stalinista. Il mio addio? Incompatibilità con lui. La politica non è solo marketing". Lo ha detto in un'intervista al "Foglio" il governatore uscente della Lombardia, Roberto Maroni. "Io sono una persona leale. Sosterrò il segretario del mio partito. Lo sosterrò - ha aggiunto - come candidato premier. Ma da leninista, non posso sopportare di essere trattato con metodi stalinisti e di diventare un bersaglio mediatico solo perché a detta di qualcuno potrei essere un rischio".

"Consiglierei al mio segretario non solo di ricordare che fine ha fatto Stalin e che fine ha fatto Lenin ma anche di rileggersi un vecchio testo di Lenin. Ricordate? L’estremismo è la malattia infantile del comunismo. Se solo volessimo aggiornarlo ai nostri giorni dovremmo dire che l'estremismo è la malattia infantile della politica".

E sul futuro? Possiamo dire, chiede il Foglio, che fra i tratti di incompatibilità culturale tra lei e il suo segretario, e forse fra i tratti di incompatibilità politica, vi è anche un’idea diversa del rapporto che deve avere la politica con la giustizia? "Possiamo dirlo. E’ così. E’ questo uno dei tanti motivi che mi hanno spinto a ragionare su un futuro diverso, lontano da un modo di fare politica che capisco ma che, le dico la verità, proprio non mi appartiene".

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