Il cognome è doppio e per la precisione è Gentiloni Silverj (con la j). Perché il neo premier vanta nobile lignaggio, origini marchigiane, con tanto di palazzo di famiglia dalle parti del Quirinale. I Gentiloni Silverj, però, sono famiglia romanissima con radici nello Stato pontificio. E sono imparentati con Vincenzo Ottorino Gentiloni, noto per l'omonimo patto che a inizio '900 segnò l'ingresso dei cattolici nella vita politica italiana.
Eppure il percorso di Paolo (nato il 22 novembre 1954, spostato con l'architetto Emanuela, detta Manù, nessun figlio e tre lingue parlate correntemente: inglese, francese e tedesco) non è stato certo quello del rampollo di famiglia. Anzi. Studente al liceo 'Tasso', è stato anche tra i protagonisti di alcune occupazioni. La passione politica è arrivata prestissimo, grazie al fascino della nella sinistra extraparlamentare e 'gruppettara'. E infatti Gentiloni è entrato nel Movimento studentesco di Mario Capanna.
Si è laureato in Scienze politiche e ha presto scoperto il giornalismo (scrivendo sul settimanale 'Fronte popolare', su 'Pace e guerra' di Luciana Castellina). Poi, la prima vera svolta, quella ambientalista. Nei primi anni '80 è diventato direttore di 'Nuova Ecologia', il periodico di Legambiente, e ha conosciuto Ermete Realacci, Chicco Testa e, soprattutto, Francesco Rutelli.
Con Rutelli è iniziato un lungo sodalizio che ha segnato anche la 'discesa in campo' in prima persona in politica. Di Rutelli sindaco di Roma, infatti, Gentiloni è stato prima portavoce e poi assessore al Giubileo. Poi è arrivata la Margherita, partito che Gentiloni ha fondato, gli anni da deputato semplice e l''escalation' fino al ruolo di ministro delle Comunicazioni ricoperto nel governo 'Prodi II', dopo essere stato presidente della Vigilanza Rai.
Quello del dicastero di largo Brazzà non è stato un approdo a caso, perché Gentiloni è uno dei massimi esperti in Italia di comunicazioni e, in particolare, di comunicazione politico-televisiva. Gentiloni conosce i 'media manager' di tutto il monto e ha vissuto in prima persona lo sbarco in Italia di Rupert Murdoch (e quindi di Sky, con la rottura del duopolio).
Il resto è una storia recente, dopo l'Ulivo è arrivato il Pd (che ha fondato) e poi Matteo Renzi (che Gentiloni ha sempre sostenuto nella sua corsa verso palazzo Chigi) fino al ministero degli Esteri. In mezzo, c'è stato anche un tentativo di scalare il Campidoglio con la candidatura alle primarie per il sindaco di Roma (chiuse al terzo posto dopo Ignazio Marino e David Sassoli). Sin dai tempi del Campidoglio e poi della Margherita, ha fatto da chioccia ad un gruppetto di giovani che ancora oggi lo considerano come un fratello maggiore: Roberto Giachetti, Michele Anzaldi, Filippo Sensi e Stefano Menichini.