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Bielorussia, scontri e proteste in tutto il Paese dopo voto

Alla chiusura ieri sera di seggi delle presidenziali, con la polizia che è intervenuta in forze. A Minsk, le forze di sicurezza hanno sparato pallottole di gomma, lanciato lacrimogeni e usato idranti. Circa 3mila le persone arrestate. Lukashenko vince con l'80% dei voti

(Foto Afp)
(Foto Afp)
10 agosto 2020 | 10.16
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Proteste sono scoppiate in tutta la Bielorussia alla chiusura ieri sera di seggi delle presidenziali, con la polizia che è intervenuta in forze. A Minsk, le forze di sicurezza hanno sparato pallottole di gomma, lanciato lacrimogeni e usato idranti. Valentin Stefanovich, del gruppo per i diritti umani Viesna, ha detto all'agenzia stampa russa Tass che un manifestante è morto dopo essere stato investito da un veicolo. Un altro manifestante sarebbe rimasto ucciso in tarda serata a Minsk. A quanto riferito dal ministero dell'Interno, intorno alle 23, mentre erano in corso gli scontri con la polizia su viale Pritytsky, l'uomo avrebbe cercato di lanciare un ordigno, che invece gli è esploso tra le mani uccidendolo.

Sono circa 3mila le persone arrestate secondo quanto riferito dal ministero dell'Interno di Minsk.

I dati ufficiali assegnano l'80% dei voti all'autoritario presidente Alexander Lukashenko, in corsa per un sesto mandato, mentre la sua sfidante Tikhanovskaya, accolta da decine di migliaia di persone ai suoi comizi, si sarebbe fermata al 9,9%. Ma le folle scese in strada smentiscono il risultato. A Minsk la gente gridava ieri sera: "Vattene", racconta un reporter del Guardian che era presente e contro il quale sono state sparate pallottole di gomma. Un video mostra un veicolo dell'esercito che appare travolgere un dimostrante. Vi sono foto di sanitari che medicano manifestanti con il volto insanguinato. Notizie di scontri arrivano da una ventina di città, comprese Gomel e Vitebsk. In alcune città più piccole la polizia si sarebbe rifiutata di intervenire contro i manifestanti.

"Credo ai mei occhi e vedo che la maggioranza è con noi", ha detto ieri sera Tikhanovskaya ai giornalisti, secondo quanto scrive la Bbc. E ha chiesto alla milizia e ai soldati di "cessare le violenze" e "ricordarsi che fanno parte del popolo".

"E' certamente la più grande protesta che abbia visto in Bielorussia da quando Lukashenko è arrivato al potere", ha detto al Guardian il professore David Marples, esperto di Bielorussia dell'università dell'Alberta, "alle elezioni non è mai successo nulla del genere. Mi sembra che l'intero paese voglia un cambiamento".

Ex insegnante d'inglese, la 37enne Tikhanovskaya si è candidata alle presidenziali dopo che il marito Sergei, un popolare blogger anti regime, è stato arrestato in maggio ed escluso dalle candidatura. A suo fianco si sono schierate Maria Kolesnikova, che guidava la campagna elettorale del banchiere Viktor Babariko, arrestato in giugno con accuse di corruzione dopo aver deciso di candidarsi alla presidenza. E Veronika Tsepkalo, moglie dell'ex ambasciatore Valery Tsepkalo, critico del regime e costretto a fuggire all'estero per evitare l'arresto. Insieme hanno unito l'opposizione, con decine di migliaia di persone che hanno affollato i comizi di Tikhanovskaya, chiedendo un cambiamento dopo 26 anni di regime di Lukashenko, mentre la crisi economica e la pandemia del covid hanno aumentato lo scontento.

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