Juan Guaidò si autoproclama presidente ad interim del Venezuela e scoppia il caos nel Paese sudamericano. Alla decisione del capo dell'Assemblea Nazionale di Caracas, il Parlamento dominato dall'opposizione, segue la durissima reazione del presidente 'detronizzato' Nicolas Maduro, anche alla luce del benestare ricevuto da Guaidò da parte del presidente americano Donald Trump. Il personale diplomatico americano "ha 72 ore di tempo per lasciare il Paese" ha dichiarato Maduro, annunciando la rottura dei rapporti diplomatici con Washington in un discorso dal balcone di palazzo Miraflores, sede del suo governo. "Non accetteremo che qualche impero ci imponga governi con mezzi extracostituzionali. In Venezuela, prevale il rispetto per la volontà del popolo, la costituzione e la sovranità. Vinceremo!", commenta su Twitter Maduro.
Ma sono diversi i Paesi e le organizzazioni che stanno riconoscendo il 35enne Guaidò come presidente ad interim: da Luis Almagro, segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) - "ha il nostro riconoscimento per procedere verso il ritorno del Paese alla democrazia" ha twittato - a Brasile, Paraguay e Argentina. E anche il Canada, secondo quanto affermato dal ministero degli Esteri di Ottawa, si appresta a riconoscerlo.
ERDOGAN - Fuori dal coro il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che ha espresso solidarietà a Maduro, ribadendogli il sostegno del governo di Ankara all'indomani dell'autoproclamazione di Guaidò.
SIRIA - Con Maduro anche il ministero degli Esteri di Damasco, che ha condannato quella che ha definito una ''palese interferenza degli Stati Uniti'' negli affari interni del Venezuela. Lo riporta l'agenzia di stampa Sana, affermando che il ministero siriano respinge l'interferenza americana negli affari del Venezuela, che rappresenta una violazione delle leggi internazionali e della sovranità venezuelana.
POMPEO - Intanto il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha detto che Maduro non ha l'autorità per espellere i diplomatici americani dal Venezuela: "Gli Stati Uniti non riconoscono il regime di Maduro quale legittimo governo del Venezuela" ha sottolineato. Pertanto gli Usa "non riconoscono all'ex presidente l'autorità legale per rompere le relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti o dichiarare i nostri diplomatici persona non grata".
CONTE - "Seguo gli sviluppi in #Venezuela ed esprimo forte preoccupazione per i rischi di un'escalation di violenza. Siamo vicini al popolo venezuelano e al fianco della collettività italiana nel Paese. Auspico un percorso democratico che rispetti libertà di espressione e volontà popolare". Lo scrive su Twitter il premier Giuseppe Conte.
TAJANI - Il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani ha parlato oggi al telefono con Guaidò, "reiterando il sostegno del Parlamento Europeo" al politico venezuelano. "Alla luce del malcontento generale, Maduro se ne deve andare adesso", afferma Tajani.
"Alla luce delle proteste drammatiche che si stanno svolgendo in Venezuela, è chiaro che il popolo venezuelano non ne può più del regime illegittimo di Nicolas Maduro, che non ha conquistato la presidenza in elezioni libere e legittime e che si aggrappa al potere imprigionando gli oppositori", continua Tajani.
Per il presidente dell'Europarlamento, Guaidò "è l'unico interlocutore istituzionale in Venezuela, perché è colui che ha la legittimità democratica. Sono in contatto con lui e seguiamo gli avvenimenti con molta attenzione. Siamo molto preoccupati per i rischi di violenza e per la repressione del regime, alla luce delle massicce marce di protesta". Secondo Tajani, "deve essere preparata una pacifica transizione di potere, attraverso elezioni libere e credibili. L'Ue e il resto della comunità internazionale devono fornire i mezzi e mettere a disposizione la loro esperienza per accompagnare una transizione che abbia come risultato un ritorno alla democrazia il prima possibile".
SALVINI - "Sto con il popolo venezuelano e contro i regimi come quello di Maduro, fondato su violenza, paura e fame. Quanto prima cade, senza ulteriori scontri, meglio è". Lo ha scritto su twitter il vice premier e ministro dell'Interno Matteo Salvini.