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Galli: "Folla shopping? Con liberi tutti fatale terza ondata"

Agorà /Twitter
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30 novembre 2020 | 08.37
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"E' evidente che, se non si mantengono le precauzioni" necessarie a limitare la diffusione dei contagi da Sars-CoV-2, "non potremo che rivedere una situazione simile a quella che abbiamo già vissuto", arrivando cioè a una terza ondata di Covid-19. Per l'infettivologo dell'ospedale Sacco-università degli Studi di Milano Massimo Galli, intervenuto ad 'Agorà' su Rai3, "è fatale che sia così". Commentando gli assembramenti visti in molte città per lo shopping natalizio, l'esperto avverte che "abbiamo ancora moltissimo virus che circola". Troppo, in tutto il Paese, "per pensare di tornare a un liberi tutti appena avuto un accenno di risultato" dalle restrizioni disposte contro la seconda ondata.

Quanto al cambio di colore scattato ieri nelle regioni che da rosse sono diventate arancioni, il passaggio da una fascia di rischio all'altro "non è un merito. Non è una gara", ammonisce l'infettivologo. Nel dibattito politico, osserva Galli, "il punto sembra essere cambiare colore". Invece dovrebbe essere "tenere la situazione a lungo termine il più possibile al di fuori dal pericolo di una ripresa" dell'onda dei contagi.

"Mi rendo perfettamente conto delle esigenze dell'economia e del commercio - precisa il medico - ma la salute della gente è un problema importante e la ripresa economica del Paese si misura anche sulla capacità di contenere e limitare i danni costantemente causati dall'epidemia".

"Se dovessimo ricadere di nuovo a pieno titolo in una situazione come quella che abbiamo vissuto già per la seconda volta, e questo avvenisse come probabile prima che si possa intervenire con un vaccino efficace, credo che anche tutto quel che vien detto in termini di difesa dell'economia - fa notare Galli - subirebbe dei danni".

Per Galli, a Natale nessun incontro sarà sicuro dal pericolo Covid-19, "se non si assumeranno tutti i tentativi di sicurezza che sono nel potere dei singoli". Avere "il massimo possibile della prudenza nei contatti, specie con le parti più anziane della famiglia", la regola da seguire secondo l'infettivologo. "Io faccio anche il medico", quindi un mestiere a rischio, in virtù del quale però "ho sicuramente più disponibilità e facilità di altri nel sottopormi a un tampone rapido prima di andare dalle zie novantenni", ha spiegato l'esperto. "Ma faccio così: quando ci vado, ci vado tamponato".

"Farò un Natale limitando con sofferenza i numeri" delle persone da incontrare, ha ribadito Galli, "e articolando le relazioni familiari in maniera tale da sentirsi molto e vedersi meno". Quanto al numero di commensali, "l'indicazione corretta sarebbe non più di 6, sicuramente non più di 10, ma sempre con le debite precauzioni. Ricordando che il ristorante o la festa in famiglia sono situazioni senza mascherina e che queste situazioni, magali parlando forte o gridando, non sono certamente le più sicure".

Il futuro vaccino anti Covid-19 dovrà "arrivare alla gente", dovrà essere portato "luogo per luogo, paese per paese, in tutta Italia", e questo non lascia tranquillo l'infettivologo dell'ospedale Sacco-università di Milano, che invita a superare le criticità organizzative viste a volte sul fronte vaccini. "Distinguerei due problemi", ha spiegato l'esperto. Da un lato c'è "l'acquisizione del vaccino attraverso accordi internazionali che credo esistano" e si concretizzeranno "in tempi che non conosco esattamente", ma comunque "nel momento in cui effettivamente si confermasse tutto quello che deve essere confermato. Quindi il vaccino arriverà".

Ma "il secondo aspetto del problema è farlo arrivare alla gente, vaccinare le persone, e lì mi sento più preoccupato - ha ammesso lo specialista - perché è un dato oggettivo che, se le cose andranno come stanno andando in tutta Italia per le vaccinazioni dell'adulto" e non solo, perché "non è che quelle del bambino siano sempre state garantite nel nostro Paese con precisione ed efficienza assolute", allora potrebbero esserci dei problemi. Per Galli bisogna riuscire "in tempi brevissimi" a "ribaltare la situazione e garantire un'organizzazione che possa portare il vaccino in tutto il Paese".

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