È stata fissata al prossimo 18 dicembre in tribunale a Torino, a quanto apprende l'Adnkronos, la prima udienza della causa civile intentata da Altaforte contro la Fondazione del libro a seguito dell'esclusione della casa editrice dall'edizione 2019 del Salone del libro.
La partecipazione di Altaforte alla kermesse per presentare il libro-intervista al leader della Lega 'Io sono Matteo Salvini' scritto dalla giornalista Chiara Giannini, aveva sollevato polemiche fino ad arrivare, alla vigilia dell'evento, all'esclusione, su richiesta di Regione Piemonte e del Comune di Torino, della casa editrice sovranista ritenuta vicina a CasaPound.
Al centro della causa, l'inadempimento contrattuale da parte del Salone a cui erano seguiti, secondo la casa editrice, pesanti riflessi economici negativi. In particolare, viene lamentata la violazione delle normative contrattuali e richiesto il risarcimento del danno.
L'avvocato Gino Arnone, codifensore della casa editrice insieme a Maurizio Paniz, interpellato telefonicamente dall'Adnkronos, commenta: "La vicenda relativa all'inadempimento contrattuale del Salone restituisce un problema ben più grave: quello della mancanza di pluralismo e libertà di opinione che sono condizione imprescindibile per un Paese civile, come affermato in Costituzione".
L'editore di Altaforte, Francesco Polacchi, che, contattato dall'Adnkronos, spiega di essere in silenzio stampa e di non voler commentare il caso e le vicende attinenti alla causa civile, il giorno dell'inaugurazione della kermesse, fuori dai cancelli del Lingotto, aveva affermato che l'esclusione era stato un attacco non solo a lui ma anche a Salvini. A carico di Polacchi la procura aveva aperto un fascicolo per apologia di fascismo a seguito di un esposto presentato da Comune e Regione per alcune sue esternazioni.