Commozione alla camera ardente
All'esterno della saletta della camera mortuaria del Policlinico Tor Vergata, dove giace il corpo di Willy Monteiro Duarte, c'è un libro per le firme e le dediche: ci sono decine di pagine di pensieri in memoria del ragazzo ucciso dopo un pestaggio domenica scorsa a Colleferro. "Angelo coraggioso, non ti dimenticheremo", "resterai per sempre con noi". All'interno, mamma Lucia è in piedi davanti alla bara: è stremata dalla fatica e dal suo dolore, l'altra figlia e il marito cercano di farle forza. Indossano camicie bianche, lo stesso colore dei fiori che circondano il feretro. All'esterno, la polizia locale di Artena e Paliano che farà strada al carro funebre verso il piccolo comune dove ci sarà l'ultimo saluto a Willy.
Gli agenti e i funzionari si affacciano nella sala e ne escono con gli occhi lucidi. Lo fanno anche molte persone comuni, parenti che piangono altre persone che non ci sono più, operatori sanitari. Tre di loro entrano nella sala per manifestare la loro vicinanza alla famiglia Monteiro. "Ho un figlio che ha 18 anni, pochi in meno di Willy", racconta Angela, tra le lacrime. "Quello che è successo riguarda tutte le madri, è un dramma di tutte le famiglie. Mi sono sentita di fare le condoglianze alla madre e di dirle che il sacrificio del suo angelo non sarà dimenticato. Mi ha ringraziato con un filo di voce, non aveva nemmeno la forza di parlare", dice.
Non ci sono amici perché li aspettano a Paliano: alle 9.10 il feretro viene trasferito sul feretro, davanti alla camera mortuaria c'è un piccolo gruppo di persone in raccoglimento. Mamma Lucia è sempre dietro, in piedi con il suo dolore composto, senza mai perdere lo sguardo dalla bara in legno chiaro che custodisce il corpo del figlio. Quell'"angelo coraggioso" che Paliano è pronta a salutare per l'ultima volta.