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Coronavirus, Anief a governo: "Modificare dl Scuola"

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22 aprile 2020 | 16.55
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Durante l’audizione svolta stamattina presso la Commissione Cultura di Palazzo Madama, Marcello Pacifico, leader del sindacato della scuola Anief, ha illustrato la serie di emendamenti proposti per rendere "davvero efficace il dl 22 sulla Scuola, sul quale tra un paio di settimane si esprimerà il Governo con il voto di fiducia". Il sindacalista a capo dell’Anief ha chiesto prima di tutto un intervento bipartisan del Parlamento su procedure di reclutamento di 250 mila insegnanti, educatori, Ata, Dsga facenti funzione, al di là dei concorsi da bandire e autorizzati dal ministro, la conferma dei contratti per il prossimo anno scolastico, vincoli relativi alla mobilità, la soluzione del contenzioso relativo a concorsi per dirigenti scolastici, passaggi verticali e di qualificazione professionale, corsi abilitanti e di specializzazioni riservati.

“Dinanzi a una situazione di vera emergenza – ha detto Marcello Pacifico - occorre che si risponda con uguale emergenza, con un accordo tra maggioranza e opposizione sulle modifiche da fare rispetto al testo elaborato dal Governo. Bisogna risolvere il problema della supplentite ora, assumendo i supplenti con almeno 24 mesi svolti, salvaguardare la continuità didattica, aprire il nuovo anno scolastico in sicurezza e finalmente senza classi pollaio, garantire la carriera professionale, il diritto al ricongiungimento alla famiglia e dare il giusto merito a tutto il personale della scuola, cui va il ringraziamento delle famiglie italiane per lo spirito di abnegazione e il senso dello Stato che sta mostrando”.

Dopo il fallito confronto tra gli altri sindacati firmatari e il ministero dell’Istruzione, il presidente nazionale dell’Anief ha ringraziato il presidente e tutta la VII commissione del Senato "per aver riportato nella sede corretta, quella del Parlamento, il luogo dove poter scegliere cosa sia per il meglio del Paese, per otto milioni di studenti e le loro famiglie, e un milione e 300 mila unità di personale scolastico".

Il leader dell’Anief ha ribadito la necessità "di riconoscere il lavoro della didattica a distanza svolto nelle scuole, lasciando liberi gli organi collegiali su come anticipare l’inizio delle lezioni nel prossimo anno scolastico e recuperare gli eventuali apprendimenti". Il sindacalista ha ricordato che Anief ha raccolto 20 mila firme in pochi giorni su due proposte: l’aggiornamento urgente delle graduatorie d'istituto e Ata 24 mesi al fine delle immissioni in ruolo e l’avvio dell’anno scolastico 2020/21 con la conferma dei contratti vigenti conferiti durante la DaD, inclusa per quei docenti in possesso di diploma magistrale che non devono essere più licenziati, e con la salvaguardia dei ruoli per chi ha superato l’anno di prova.

"La realtà è che il prossimo anno scolastico si partirà con più di 200 mila insegnanti precari, 50 mila senza specializzazione su posti di sostegno, 15 mila di religione cattolica, con 40 mila contratti in scadenza delle maestre con diploma magistrale, 7 mila ruoli sub iudice. Ancora 3 mila Dsga facenti funzione, 40 mila precari Ata ed educatori. Si realizzerà anche il record del precariato, per il quale dovrà rispondere una scelta precisa del Parlamento. Sugli organici – ha detto Pacifico - è evidente che se hai 35 metri quadrati per classe con il distanziamento di un metro da ogni uscita, servono classi di 15 alunni e non classi pollaio, che non piacciano neanche al ministro Azzolina per i problemi sulla sicurezza oltre che sulla salute”.

Sulla mobilità del personale di ruolo, infine, attualmente permangono fortissime limitazioni della libertà personale di migliaia di insegnanti, costretti a rimanere a centinaia di chilometri dai propri affetti anche a causa di errate assegnazioni per via di algoritmi errati, bisogna approfittare di questo momento per derogare ai vincoli attuali e contemplare il diritto al lavoro con il diritto alla famiglia: “Sarebbe una decisione saggia che – ha concluso Pacifico – andrebbe a fare anche giustizia rispetto a norme contrattuali discriminanti e irragionevoli che penalizzano i docenti ingabbiati, immobilizzati, i neo-assunti e gli insegnanti di sostegno”.

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