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Coronavirus, Rezza (Iss): "Bambini sembrano superare malattia brillantemente"

"Il virus ha subito solo piccole mutazioni e non è diventato più aggressivo"

(Fotogramma)
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11 marzo 2020 | 19.57
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"L’Istituto superiore di sanità è al lavoro sui decessi" per confermare in che misura il coronavirus abbia un ruolo diretto nelle morti. "Per ora non abbiamo dati certi, bisognerà acquisire le cartelle cliniche", ha spiegato Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore sanità, oggi alla conferenza stampa della Protezione civile.

I bambini con infezione da coronavirus "sono abbastanza pochi. E, soprattutto, sembrano superare la malattia abbastanza brillantemente. Questa è una buona notizia" ha affermato. E "il fatto che si riscontrino dei bambini con sintomi clinici, unitamente a uno studio che mostra come i bambini anche se con pochi sintomi clinici possano essere positivi al tampone (studio fatto all’estero), rafforza la decisione che era stata presa di chiudere le scuole", ha detto Rezza, dichiarandosi ottimista anche grazie alle altre misure che evitano assembramenti e sottolineando di essersi sentito "molto rassicurato dal provvedimento" del governo "condiviso anche dall’opposizione e dai governatori delle Regioni del Nord".

Il coronavirus "ha subito solo piccole mutazioni", ha spiegato ancora, e "non è diventato più aggressivo". Rezza ha riferito che l’Iss "ha isolato e sequenziato interamente il coronavirus in un paziente cinese, in uno lombardo e anche in uno veneto. E’ sempre quello cinese, ha subito solo piccole mutazioni".

"La Cina ci ha insegnato molto anche in termini di contenimento dell’infezione da coronavirus. Perché quello che è stato fatto a Wuhan e nella provincia dell'Hubei è stato davvero un successo delle misure di contenimento" ha sottolineato. Anche se in Europa queste misure "si stanno applicando in maniera un po’ diversa. Ma il contenimento fatto in Cina - ha continuato Rezza - ha insegnato che misure stringenti possono rallentare se non addirittura controllare dei focolai anche grandi".

"Per quanto riguarda la collaborazione scientifica - ha aggiunto - noi abbiamo molto da apprendere. Soprattutto sulle sperimentazioni cliniche che sono in corso o sono state condotte in Cina. Questo perché essendo stata colpita per prima, e avendo avuto un numero di pazienti elevato, credo sia stato possibile sperimentare diversi farmaci, magari già utilizzati in altre patologie. Siamo in attesa di dati che ci indichino l’evidenza di efficacia dei diversi trattamenti, sia per gli antivirali che per la terapia intensiva e sub intensiva".

Quanto alla "dichiarazione di pandemia per noi non aggiunge molto. Perché avendo avuto, per primi, un’epidemia dentro casa, che l’Organizzazione mondiale della sanità dichiari uno stato di pandemia ci colpisce poco: per pandemia si intende diffusione globale dell’infezione". "Quello che l'Oms forse puntualizza è che effettivamente diversi Stati hanno fatto poco per arginare, per mettere un freno alla circolazione del virus", ha osservato.

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