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Ex Ilva, giudice ad ArcelorMittal: "Non spegnere altoforni"

Invito del giudice di Milano Claudio Marangoni chiamato a decidere sul ricorso d'urgenza presentato dai commissari straordinari dell'acciaieria per tentare di bloccare la causa civile di ArcelorMittal intenzionato a recedere dal contratto d'affitto

 (IPA/Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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18 novembre 2019 | 12.53
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Non spegnere gli altoforni di Taranto e continuare l'attuale produzione dell'ex Ilva . E' l'invito, in sintesi, che arriva dal giudice di Milano Claudio Marangoni chiamato a decidere sul ricorso d'urgenza presentato dai commissari straordinari dell'acciaieria per tentare di bloccare la causa civile del gruppo franco-indiano ArcelorMittal intenzionato a recedere dal contratto d'affitto. Il giudice, oltre alla convocazione delle parti, ha fissato anche i "termini intermedi per consentire il deposito di memorie e il contraddittorio delle difese".

In un quadro "di leale collaborazione con l'autorità giudiziaria e per il tempo ritenuto necessario allo sviluppo del contraddittorio tra le parti" arriva l'invito del giudice - non certo un provvedimento - "a non porre in essere ulteriori iniziative e condotte in ipotesi pregiudizievoli per la piena operatività e funzionalità degli impianti, eventualmente differendo lo sviluppo delle operazioni già autonomamente prefigurate per il tempo necessario allo sviluppo del presente procedimento". In questo senso l'invito è a non ridurre la produzione fino a quando non ci sarà la decisione del giudice. ltre alla convocazione delle parti, ha fissato i "termini intermedi per consentire il deposito di memorie e il contraddittorio delle difese".

La procura di Milano ha intanto iniziato le attività nell’inchiesta sull’ex Ilva: sono stati sentiti i primi testimoni chiamati a chiarire alcuni aspetti tecnici della gestione dell’acciaieria. La procura di Milano potrebbe, già nelle prossime ore, cambiare il modello su cui indaga: non più il 45 che prevede nessuna ipotesi di reato ma un modello 44 con ipotesi specifiche. Da quanto trapela si potrebbe trattare di reati di tipo fiscale.

L’inchiesta aperta venerdì scorso e affidata ai pm Stefano Civardi e Mauro Clerici e coordinata dall’aggiunto Maurizio Romanelli, dovrà "verificare l’eventuale sussistenza di ipotesi di reato con conseguente delega al Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano per gli accertamenti preliminari".

L'indagine alle primissime battute, oggi al quarto piano sono stati sentiti i primi testimoni, vede al centro il contratto d'affitto da cui ArcellorMittal vuole recedere e dietro cui si potrebbero nascondere reati fiscali o societari. Oltre all’inchiesta, la procura di Milano affiancherà i commissari straordinari nella causa civile mossa da ArcelorMittal per recedere dal contratto e abbandonare Taranto.

Un diritto-dovere di intervento consentito alla procura dall’ultimo comma dell’articolo 70 del codice di procedura penale che concede la possibilità di intervenire nel caso in cui c’è un pubblico interesse. In questo caso per il procuratore Francesco Greco si ravvisa un "preminente interesse pubblico relativo alla difesa dei livelli occupazionali, alle necessità economico-produttive del paese, agli obblighi del processo di risanamento ambientale".

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