
"Ci siamo differenziati nel voto, astenendoci, non votando contro, perché naturalmente noi dall'inizio, e all'epoca all'opposizione del governo Draghi, quando scoppiò la guerra in Ucraina e Giorgia Meloni prese una posizione da leader dell'unico partito d'opposizione a sostegno della posizione italiana e a sostegno dell'Ucraina, cosa che non è in discussione nemmeno oggi. In questi tre anni noi abbiamo votato tantissime volte al Parlamento Europeo a sostegno dell'Ucraina, e devo dire che ogni sessione a Strasburgo c'era una risoluzione di sostegno dell'Ucraina che abbiamo sempre puntualmente votato. Che cosa è successo ieri? È successo che invece di votare una risoluzione di sostegno dell'Ucraina, siamo stati costretti a votare una risoluzione di attacco agli Stati Uniti d'America". Così Carlo Fidanza, capodelegazione Fdi al Parlamento europeo e vicepresidente Ecr, intervenendo a LetExpo 2025 a Verona.
"Ora, e tutto avveniva nelle ore in cui l'amministrazione Trump si sedeva con Zelensky, diciamo con gli ucraini, per avviare il percorso verso il cessate il fuoco e una fase nuova di questa triste e drammatica vicenda. Ora, per quale ragione alcune elite autoproclamate europeiste intendono spingere verso la divaricazione della distanza tra l'Europa e l'America e verso delle prese di posizione che finiscono per danneggiare gli stessi ucraini, perché di fatto delegittimare un tentativo diplomatico che gli ucraini condividono nel momento in cui questo avviene è assolutamente qualcosa di incomprensibile. È il motivo per cui noi abbiamo voluto manifestare la nostra non condivisione, astenendoci perché naturalmente non manca da parte nostra il sostegno all'Ucraina", assicura Fidanza. Nel testo "c'era scritto che si condanna la decisione americana di interrompere le forniture militari di intelligence e satellitari all'Ucraina. Ora, puoi condannare o non condannare, quello era vero fino al giorno prima. Con la firma di Jeddah sono state ripristinate le forniture militari di intelligence e satellitari all'Ucraina. Allora perché fondare un voto importante del Parlamento Europeo su un presupposto che nel frattempo non c'era più?", chiede l'europarlamentare di Fdi.
"Evidentemente -spiega- qualcuno aveva un'intenzione di attacco politico nei confronti dell'amministrazione americana che io credo non faccia oggi l'interesse di una soluzione negoziale che inevitabilmente dovrà arrivare. E non faccia nemmeno l'interesse degli ucraini, motivo per cui secondo me su questo si sta inseguendo una strada sbagliata e che dovremmo riportare alla razionalità. La razionalità ci dice che se noi vogliamo garanzie di sicurezza stabili e durature per l'Ucraina non possiamo pensare che sia l'Europa da sola a poterne fornire, perché non siamo in grado oggi, militarmente, di poter offrire queste garanzie di sicurezza senza gli Stati Uniti d'America e senza la Nato. Non è una questione di essere amici o non amici di Trump, è una questione oggettiva, è un dato di realtà. Chi pensa di fare da solo, mandando i carri armati o i soldati inglesi e francesi, racconta ai cittadini una menzogna", conclude.