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Transizione, l'urgenza di rinnovare la rete elettrica. Il punto di Armani (Enel)

Entro il 2050 l’elettricità passerà dal coprire il 20% al 70% del fabbisogno energetico finale. Questo richiederà investimenti e innovazione per ristrutturare una rete non concepita per o scopo, spiega il dirigente

Gianni Vittorio Armani
Gianni Vittorio Armani
22 ottobre 2024 | 11.39
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Con la transizione in corso la distribuzione di energia deve diventare un servizio sempre attivo. Questo richiede una qualità di servizio “ancora inedita”, avverte Gianni Armani, Head of Enel Grids and Innovability, dal palco conferenze della fiera Enlit Europe. La rete è stata concepita in un periodo in cui l’elettricità non era essenziale, continua, ma in un mondo sempre più elettrificato il paradigma è cambiato.

“Oggi il 20-25% di tutto il fabbisogno energetico italiano arriva attraverso la rete elettrica, ma nel 2050 sarà quasi il 70%”, continua Armani, evidenziando che una serie crescente di imprese e attività essenziali, come mobilità e dati, dipenderanno dalla disponibilità di energia elettrica. Il problema è che la rete è stata concepita in un periodo in cui l’elettricità non era un servizio essenziale, rimarca il dirigente Enel.

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, anche includendo le strutture di stoccaggio per modulare la distribuzione, oggi è “più competitiva di qualsiasi altra fonte energetica”. Ma l’aggiunta massiccia di nuovi distributori (tra cui privati con pannelli solari) ha generato flussi molto più variabili in ambo le direzioni. La rete affronta dunque “squilibri e difficoltà non pianificate che richiedono nuove soluzioni, migliore visibilità, un modo diverso di lavorare”, spiega Armani.

Per rendere l’infrastruttura all’altezza della sfida servono le autorizzazioni, continua, ricordando che la burocrazia in Unione europea “non è certo il nostro principale vantaggio competitivo”. Nello sviluppo occorre anche tener conto del riscaldamento globale, che “probabilmente non riusciremo a bloccare” e che impatterà le reti energetiche. “Dobbiamo anticipare guasti e intervenire in caso di emergenza: questo richiede conoscenza, sensori e digitalizzazione in una rete che era fondamentalmente ‘muta’”.

Per rispondere alle sfide c’è un “enorme bisogno di innovazione” e la necessità di strutturare “ampie collaborazioni” con i produttori e i distributori di tecnologia. Obiettivo: definire standard che consentano alle realtà europee di essere competitive. “Vogliamo sviluppare la catena di valore della transizione in Europa e non all'estero, quindi abbiamo bisogno di una regolamentazione che favorisca gli investimenti”, conclude Armani.

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