Il sistema nazionale antipirateria adottato da Agcom per combattere lo streaming illegale ferma la piattaforma di condivisione file di Google. Il problema è emerso ieri sera durante Juventus-Lazio
Il problema è stato risolto ma sul web sono ancora forti le polemiche per lo stop di ieri sera per Google Drive. Molti utenti lamentano di essersi trovati davanti a un messaggio che segnalava come "l’accesso al seguente sito che diffondeva illecitamente contenuti protetti dal diritto d’autore è stato disabilitato". A provocare le critiche più aspre è il fatto che a bloccare la piattaforma di archiviazione e condivisione di file di Google non sia stato un problema tecnico ma Piracy Shield, la piattaforma nazionale antipirateria, adottata dall’Autorità garante delle comunicazioni (Agcom) per combattere lo streaming illegale.
Non a caso il problema è emerso durante Juventus-Lazio di ieri sera, quando il sistema dell'autorità ha bloccato un dominio di Google legato a Drive, impedendo il download dei file agli utenti.
All'origine del disguido la segnalazione all'Agcom da parte dei broadcaster dei siti 'pirata' con successiva segnalazione ai provider internet e un blocco in automatico entro 30 minuti. In realtà esisterebbe una lista di eccezioni di risorse online escluse dai blocchi, e che - secondo Wired Italia - conterrebbe 11mila elementi. Ma - a quanto pare - in questa 'whitelist' non ci sarebbe drive.usercontent.google.com, il cui blocco può fermare la fruizione di alcuni servizi. Ma gli utenti segnalano anche come PiracyShield abbia bloccato decine e decine di indirizzi IP 'professionali': fra questi - si legge in un commento su X - un IP di Imperva/Incapsula, un servizio di CDN e protezione dei siti web usato da moltissime aziende.
"Quanto accaduto nella serata del 19 ottobre è gravissimo e rappresenta un precedente pericoloso a danno di una platea enorme di soggetti". Lo afferma il Codacons in una nota, intervenendo sul blocco di Google Drive da parte del sistema Piracy Shield.
"La lotta alla pirateria è una esigenza che condividiamo da sempre, considerato che il fenomeno produce un danno per la collettività portando a ingenti perdite economiche per le società interessate e a un rialzo delle tariffe a carico dei consumatori - spiega il Codacons - Le misure di contrasto all'illegalità non possono tuttavia portare a incidenti come quello che ha interessato Google Drive, un servizio usato da una moltitudine di soggetti (utenti, aziende e professionisti), anche per motivi di studio e lavoro, e che ieri è rimasto bloccato per ore causando proteste e disagi".
Per tale motivo Codacons presenterà domani un esposto alla Procura della Repubblica di Roma "affinché apra una indagine sul caso volta ad accertare possibili fattispecie penalmente rilevanti e le relative responsabilità, valutando al contempo il sequestro del sistema Piracy Shield se non in grado di scremare adeguatamente i siti da bloccare nell' ambito della lotta alla pirateria, poiché una tale circostanza rappresenterebbe una soluzione immensamente più grave del problema" conclude la nota del Codacons.