Il nuovo meccanismo prevede l'obbligo di doppio contraddittorio in caso di incongruenze tra quanto dichiarato e lo stile di vita
Non il redditometro vecchio stile ma un sistema con l'obbligo del doppio contraddittorio in caso di incongruenze tra reddito e stile di vita per garantire maggiormente il contribuente e colmare il vuoto normativo lasciato sei anni fa dal governo Conte 1 che aveva abolito il vecchio schema anti-evasione introdotto dall'esecutivo Renzi.
Il nuovo redditometro, introdotto con un decreto ministeriale, approvato oggi, serve per correggere una stortura che si è creata nel 2018, quando il Governo Conte 1 ha abolito il decreto ministeriale del 16 settembre 2015, il cosiddetto 'redditometro' del Governo Renzi, e aveva contestualmente stabilito che si dovesse emanare un nuovo decreto con dei paletti precisi a garanzia del contribuente, in modo da limitare al minimo il contenuto induttivo dell'accertamento, e privilegiando sempre il dato puntuale a garanzia del contribuente. Ma quel decreto, come rileva il viceministro al Mef Maurizio Leo, non è mai stato emanato e, invece di favorire il contribuente, si è creato un vuoto nei limiti all'azione dell'amministrazione finanziaria nell'applicazione dell'accertamento sintetico, introducendo di fatto un meccanismo di redditometro permanente e senza alcuna limitazione. Il dm di oggi pone colma quel vuoto normativo.
In estrema sintesi, quando le spese sostenute risultano superiori al reddito dichiarato, possono scattare i controlli dell'Agenzia delle Entrate. Non si tratta però di un calcolo matematico e di un'equazione certa. Il decreto Mef specifica che in sede di accertamento il contribuente potrà dimostrare di aver finanziato le spese con redditi diversi rispetto a quelli posseduti nel periodo d'imposta, esenti o esclusi legalmente dalla formazione della base imponibile.
"Dopo sei anni, il Governo di centrodestra è finalmente intervenuto e ha emanato un decreto, preventivamente condiviso con le associazioni dei consumatori, l’Istat e il garante della privacy, che fissa dei paletti precisi a garanzia del contribuente e introduce, tra le altre cose, anche un doppio contraddittorio obbligatorio. Dunque - aggiunge Leo - non c’è alcun ritorno al vecchio redditometro, ma solo più garanzie per i contribuenti. In più, il centrodestra conferma l’impegno per combattere i grandi evasori fiscali, in un contesto di totale rispetto dei diritti dei contribuenti".
Consumi, Investimenti, Risparmio e Spese per trasferimenti sono le 4 categorie utilizzabili per i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Quindi, come dettagliato nella tabella che accompagna il decreto, spese per alimenti e bevande e per l’abbigliamento, ma anche il mutuo, l’affitto e le utenze o i lavori di manutenzione, così come per bollo auto, assicurazioni o pezzi di ricambio. Dentro anche le spese per le medicine e le visite mediche, oltre alle tasse e contributi versati e i pagamenti per l’assegno all’ex coniuge.