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L'astronauta Franco Malerba: "Farò crescere l’insalata sulla Luna"

Entro due anni la serra spaziale della sua Space V sarà pronta per la Stazione Spaziale Internazionale e poi per arrivare negli avamposti abitati lunari. Perché sul nostro satellite "torneremo entro il 2030, stavolta per restare"

L'astronauta Franco Malerba:
24 aprile 2025 | 13.31
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"Gli astronauti non vanno mai in pensione". Parola di Franco Malerba, il primo astronauta italiano della storia. Classe 1946, la sua ultima 'avventura nello spazio', in ordine di tempo, è stata fondare Space V, startup innovativa che ha brevettato la Adaptive Vertical Farm, "un'innovazione che sarà di utilità agli astronauti del futuro", spiega all'Adnkronos. Si tratta di una serra spaziale progettata per essere sperimentata nella Stazione Spaziale Internazionale, per far parte delle future stazioni orbitanti commerciali e degli avamposti abitati lunari nell’ambito del programma Artemis della Nasa. Grazie alla quale coltivare, in assenza di gravità, insalate, pomodorini, ravanelli, micro ortaggi (ma anche grano nella sua fase iniziale e cicoria).

"Il cibo fresco è una delle cose che manca di più nelle missioni di lunga durata”, dice Malerba, ma grazie alla Adaptive Vertical Farm, si potrà mangiare qualcosa "che non sia una poltiglia di cibo disidratato, precotto, ricondizionato. Certo, gli astronauti non vanno nello spazio a fare una gita gastronomica ma a fronte degli emergenti scenari di turismo spaziale, magari si potrà anche offrire un cibo migliore a chi paga un prezzo altissimo per questa esperienza".

Space V è protagonista della 13esima edizione di Euroflora a Genova, dove viene esposto il prototipo di serra spaziale. Prototipo che non è ancora pronto ad andare in orbita, "è troppo pesante e non è progettato per essere testato nello spazio, anche se gran parte dei suoi sottosistemi sono stati pensati in funzione di questo loro destino. Per questo – spiega Malerba - abbiamo in corso uno studio di fattibilità, finanziato dall'Asi e in collaborazione con Altec. Nel giro di un paio di anni avremo un oggetto da portare sulla Stazione Spaziale Internazionale, sulle stazioni spaziali commerciali e in prospettiva nel Multi-Purpose Habitation module (Mph)".

Vivere, lavorare (e mangiare) sulla Luna

Parte del programma Artemis guidato dalla Nasa, l'Mph sarà il primo modulo abitativo italiano ad operare sulla superficie lunare; un habitat sicuro e confortevole per gli astronauti in missione al polo sud lunare, e in cui lavorare. E da attrezzare per le lunghe permanenze. Ed è in questa ottica che Space V lavora alla Adaptive Vertical Farm.

“Gli anni Venti devono essere gli anni del ritorno sulla Luna, stavolta per restare. Entro la fine di questa decade, gli astronauti torneranno a passeggiare e a lavorare sul suolo lunare". Malerba ne è certo. Fine dell'epoca in cui l'obiettivo era solo mettere piede sul suolo lunare per poi rientrare sulla Terra. "Le infrastrutture, le tecnologie e le competenze oggi a nostra disposizione – spiega - rendono fattibile il ritorno alla Luna per restare", per ampliare le nostre conoscenze scientifiche ma anche "per allargare i confini della nostra conoscenza e scoprire sempre di più chi siamo in questo grande cosmo in cui, tutto sommato, il nostro ruolo è piccolo ma la nostra mente spazia senza limiti".

Quindi, per Malerba entro il 2030 dovremmo non solo vedere l'allunaggio di nuovi equipaggi, ma ci sarà anche il Gateway lunare (la stazione spaziale cislunare che sarà lanciata nel 2028) "in fase avanzata di realizzazione. Le cose non si fanno d'un sol colpo, si sta già realizzando tutta un'impalcatura, ma il mondo si accorgerà che siamo tornati sulla Luna quando ci vedranno due persone che ci salutano dal ostro satellite. E questo deve succedere entro il 2030".

Coltivare nello spazio non è più solo un sogno, ma una necessità

Per il momento, la serra spaziale viene esposta a Euroflora, al piano terreno del Padiglione Blu, alla presenza di Franco Malerba che nei giorni della manifestazione (da oggi al 4 maggio) parteciperà anche a due momenti di approfondimento dedicati alle sfide dell’agricoltura spaziale: “La tecnologia spaziale per la produzione sostenibile di cibo vegetale” oggi 24 aprile e “Le piante al servizio del cibo nello spazio” il 1 maggio.

“Coltivare nello spazio non è più solo un sogno, ma una necessità concreta per garantire l’autonomia delle future missioni interplanetarie – dichiara Malerba - la nostra serra è il risultato di anni di ricerca interdisciplinare e rappresenta un passo fondamentale verso un’agricoltura sostenibile, tanto nello spazio quanto in ambienti difficili sulla Terra. Siamo felici di poterla presentare al pubblico di Euroflora, proprio a Genova, città da cui tutto è partito”.

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