cerca CERCA
Lunedì 03 Febbraio 2025
Aggiornato: 20:59
10 ultim'ora clock BREAKING NEWS

Ex Ilva, per oltre 3mila lavoratori un altro anno in cigs. AdI avvia iter proroga

Acciaierie d'Italia in As ha chiesto la proroga della cassa integrazione straordinaria per il 2025 per 3420 lavoratori. La produzione nel 2024 ha toccato il minimo storico, le stime per l'anno prossimo migliorano ma lentamente. Intanto, la ricerca dell'acquirente continua. Urso: "Conclusione sarà positiva" ma su Stato in capitale sociale pollice verso.

03 febbraio 2025 | 16.34
LETTURA: 3 minuti

Un altro anno di cassa per l’Ex Ilva di Taranto. Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria ha infatti avviato l’iter per richiedere l’utilizzo della cassa integrazione straordinaria anche per il 2025, così come previsto dall’ultima manovra che ha dato il via libera alla possibilità, per le imprese di interesse strategico nazionale con più di mille lavoratori, di fare domanda per la cigs, in deroga alla normativa vigente, per salvaguardare “il livello occupazionale e il patrimonio delle competenze dell'azienda”. L’ammortizzatore sociale riguarda 3420 dipendenti, di cui oltre due terzi (2955 per l’esattezza) nel sito tarantino. Scatterà dal 1 marzo e la durata – si legge in un documento visionato dall’AdnKronos – sarà “commisurata alla gestione dei Commissari Straordinari”.

La produzione

Attualmente, la produzione è ai minimi storici, ferma a 2 milioni di tonnellate di acciaio annue. Le stime per il 2025 sono migliori: con la ripartenza dell’altoforno 2 si dovrebbe arrivare – secondo l’azienda – a circa 3,5 milioni di tonnellate. Una previsione simile a quella che aveva riferito la sottosegretaria al Mimit, Fausta Bergamotto, nel corso di un'informativa urgente alla Camera, in cui aveva parlato di una crescita di circa 4 milioni di tonnellate l’anno. Un numero tuttavia ancora molto lontano dalle 8-9 mila tonnellate registrate con la marcia a pieno regime degli impianti. A questa situazione si somma quella finanziaria: il governo ha recentemente dato l'ok all’ennesima iniezione di liquidità da 250 milioni per sostenere la manutenzione degli impianti. Sempre Bergamotto aveva però fatto presente che AdI calcola un passivo di 1.580 milioni (devono essere ancora esaminate domande tardive, già presentate, per 648 milioni, mentre la verifica dei crediti tempestivi di AdI Holding, e quella delle istanze tardive di AdI Spa, sarà a marzo).

La gara per le acciaierie

Intanto, la ricerca dell’acquirente continua. Per ora i big in gara per l’intero ‘pacchetto’ Ilva sono tre: gli indiani di Vulcan Steel, gli azeri di Baku Steel e il fondo Usa Bedrock. La deadline per presentare le offerte aggiornate è stata spostata in avanti: c’è tempo fino al 14 febbraio (due settimane in più della scadenza originaria, fissata al 31 gennaio) per aggiustare il tiro sul fronte delle questioni industriale, occupazionale e ambientale. Ed è soprattutto il dossier lavoro quello che sembra rivelarsi più incerto: in totale gli occupati delle acciaierie sono 10 mila, un numero molto alto che con ogni probabilità verrà ridotto, come ha osservato in una recente intervista anche l’amministratore delegato di Jindal, illustrando il piano da 2 miliardi - l’unico attualmente noto - che la multinazionale indiana avrebbe presentato per l’asset Ilva. Accanto ai tre player che gareggiano per l’intero gruppo, ci sono poi i sette offerenti per i singoli siti: cordata Car Segnaletica Stradale Srl + Monge & C. SpA + Trans Isole Srl, Eusider SpA, cordata Eusider SpA + Marcegaglia Steel SpA + Profilmec SpA, I.M.C. SpA, Marcegaglia Steel SpA, cordata Marcegaglia Steel SpA + Sideralba SpA e Vitali SpA.

Urso, 'Stato in Ilva non ha funzionato'

I sindacati dal canto loro continuano a ribadire la necessità di evitare ogni tipo di ipotesi ‘spezzatino’ e a chiedere a gran voce - scottati dalla gestione Mittal - che lo Stato mantenga una presenza forte all’interno della compagine societaria. Ma sul punto via veneto sembra piuttosto decisa a mantenere un'altra rotta. Lo ha ribadito questa mattina anche il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, evidenziando che "in questi anni la presenza dello Stato non abbia contribuito per l'Ex Ilva" e che dunque non possa essere sempre e necessariamente "la soluzione al problema". La possibilità non è esclusa certo: "sarà esaminata ma non mi sembra che il bilancio di questi anni, in cui Invitalia aveva una parte importante e significativa in Acciaierie d'Italia - il socio pubblico aveva il 38% nella joint venture con Arcelor Mittal ndr - possa essere giudicata positiva'', ha detto infatti Urso, che rimane comunque ottimista. "Sono convinto che ci sarà una conclusione positiva così come è accaduto in tutte le procedure che in questi due anni abbiamo affrontato", ha affermato. (Martina Regis)

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza