cerca CERCA
Giovedì 12 Dicembre 2024
Aggiornato: 21:25
10 ultim'ora BREAKING NEWS

Eredità Agnelli, legale Margherita chiede acquisizioni atti penali in giudizio civile

Il giudice si è riservato la decisione

Margherita Agnelli - (Fotogramma)
Margherita Agnelli - (Fotogramma)
09 dicembre 2024 | 13.59
LETTURA: 2 minuti

Nuova udienza di oltre due ore questa mattina in tribunale a Torino nell’ambito della causa civile sull’eredità Agnelli. L’avvocato Dario Trevisan, legale di Margherita Agnelli, ha chiesto l’acquisizione nel giudizio civile dei riscontri provenienti dall’indagine penale in corso nel capoluogo nei confronti di John, Lapo, Ginevra Elkann e altri. Al termine dell’udienza il giudice si è riservato la decisione.

“Siamo confidenti che le nostre istanze saranno accolte”, ha detto Trevisan al termine dell’udienza.

Alla base del processo civile ci sono gli accordi stipulati a Ginevra nel 2004, dopo la morte di Gianni Agnelli, con i quali Margherita rinunciò alle partecipazioni nelle società di famiglia, comprese quelle della 'cassaforte' Dicembre cedute alla madre, in cambio di beni per l'equivalente di un miliardo e 275 milioni di euro. Successivamente, però, Margherita ha disconosciuto quel patto, sostenendo che le erano state nascoste le reali dimensioni del patrimonio di famiglia.

“Siamo convinti che le prove raccolte, che ricordiamo sono state già vagliate in diverse occasioni da giudici terzi (Gip, Tribunale del Riesame e Suprema Corte di Cassazione), certifichino in modo inequivocabile la fondatezza delle nostre ragioni, anche rispetto alla causa civile, con tutte le rilevantissime conseguenze che ciò comporta”, hanno scritto in una nota i legali di Margherita Agnelli.

“È stato comprovato - proseguono i legali nella nota - tra le varie circostanze, come Marella Caracciolo avesse residenza abituale in Italia e di come la stessa fosse intestataria di rilevanti patrimoni finanziari, detenuti all’estero, tramite trust, fondazioni e offshore (di cui gli Elkann e il notaio non hanno dato conto in sede civile violando l’ordine di esibizione del giudice). Prova ne è che gli stessi Elkann ed il notaio, con gli altri indagati non hanno neppure ravvisato elementi per impugnare, dandovi acquiescenza, il decreto di sequestro preventivo per 74 milioni emesso nei loro confronti dal Giudice per le Indagini Preliminari sulla base di fatti rilevanti anche per la causa civile”.

“Confidenti nell’accoglimento della nostra istanza di acquisizione documentale, attendiamo fiduciosi gli sviluppi di questo processo, ancor più certi delle nostre ragioni, in una vertenza che oggi è più mai aperta”, concludono i legali nella nota.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza