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Dedicata a Papa Francesco la proposta di scienziati ed economisti per la riduzione del debito mondiale

Pubblicato un appello, rivolto a potenti e cittadini intervenuti in Piazza S. Pietro al funerale del Pontefice, ad alleggerire i debiti dei Paesi più poveri e ridurre diseguaglianze, inquinamento e povertà

Dedicata a Papa Francesco la proposta di scienziati ed economisti per la riduzione del debito mondiale
27 aprile 2025 | 12.25
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Un gruppo di autorevoli scienziati ed economisti che sta lavorando da tempo al progetto debito/clima, ha pubblicato un appello ai leader, ai potenti e a tutti i cittadini riuniti in Piazza San Pietro per celebrare i funerali del pontefice argentino. L’esortazione è quella di cogliere il tempo-opportunità del giubileo per avviare meccanismi di conversione del debito estero in investimenti contro il riscaldamento globale e la povertà energetica nei paesi debitori a basso reddito. In questo modo è possibile coniugare lotta alla povertà e impegno contro il riscaldamento globale. Gli autori del Manifesto “Debito per l’Ecologia Integrale” sottolineano come l’obiettivo è realistico perché nell’interesse degli stessi paesi creditori che hanno bisogno di un impegno globale (anche dei paesi debitori) per la riduzione delle emissioni, che vogliono investimenti in adattamento degli stessi per ridurre il loro rischio finanziario e che sono consapevoli che l’aggravarsi della crisi climatica produce ingenti flussi migratori.

Tra gli autori dell’appello i presidenti dell’Accademia Pontificia delle Scienze e delle Scienze sociali nonché esperti e coordinatori di network internazionali in materia di ecologia e stabilità finanziaria.

“C’è un’economia che guarisce, ammoniva Papa Francesco e un’economia che uccide che ci esortava ardentemente a costruire. Uno dei modi più belli e generativi di onorare papa Francesco è dare gambe alle sue ispirazioni più feconde e generative - ha commentato Leonardo Becchetti, tra i coordinatori dell’iniziativa e Direttore del Festival Nazionale dell’Economia Civile - Porteremo avanti questa proposta in tutte le sedi delle nostre organizzazioni per aumentare le collaborazioni e le adesioni al Manifesto e a partire dai due eventi che realizzeremo nei prossimi mesi a Firenze, 2° Conferenza Internazionale Renaissance in Economics che si terrà il 5 e 6 giugno 2025 e Festival Nazionale dell’Economia Civile che si terrà dal 2 al 5 ottobre 2025, avvieremo dei dibattiti e condivideremo i primi risultati di questa grande mobilitazione”.

Di seguito, il testo integrale del Manifesto “Debito per l’Ecologia Integrale”

“Tutto il pianeta e i suoi leader salutano oggi un pontefice, papa Francesco che ha predicato e ricordato, fino a consumare tutte le proprie energie e guardando la storia dalla parte degli ultimi e degli scartati, che “questa economia” può uccidere e che il mercato non basta.

Facendo capire che l’economia che uccide rischia alla fine di distruggere se stessa in una spirale di crisi finanziarie, debitorie, sociali ed emergenza climatica. Dovremmo pertanto prestare molta attenzione alla sua riflessione ai suoi moniti proprio per motivi etici e morali, cioè globalmente umani/umanitari, al fine di perseguire il bene comune e per individuare vie di mutuo beneficio che evitino il susseguirsi di eventi drammatici, e garantire invece la sopravvivenza del pianeta e della convivenza organizzata.

Se veramente chi oggi lo ricorda con commozione vuole onorare la sua memoria ed eseguire una parte del suo testamento spirituale potrebbe iniziare a farlo cogliendo il tempo-opportunità del Giubileo per realizzare uno dei suoi grandi desideri. Approfittando di questo momento per trovare meccanismi di compensazione tra il debito “ecologico” dei Paesi ricchi e il debito estero dei Paesi poveri, un fardello sempre meno sostenibile ed aggravato dalla congiuntura macroeconomica mondiale degli alti tassi d’interesse e dal trattamento iniquo dei debitori sul piano finanziario. È un dato di fatto che oggi in molti Paesi poveri o emergenti il servizio del debito consuma più risorse di quelle investite in sanità ed istruzione condannando alla povertà una parte fondamentale delle nuove generazioni.

Il concetto di debito ecologico coniugato da papa Francesco nella Laudato si’ considera che storicamente i Paesi ricchi hanno utilizzato in quota sproporzionatamente superiore “diritti ad inquinare” senza compensare i Paesi poveri che hanno inquinato molto meno, e hanno quindi nei loro confronti una responsabilità.

Seguendo la linea della concretezza tipica di Francesco vogliamo proporre di coniugare la prospettiva ideale con la realizzabilità promuovendo iniziative di conversione del debito in investimento per la transizione ecologica. Queste sono alcune parziali iniziative che hanno il potenziale di alleggerire il peso del debito per i paesi debitori e vanno contemporaneamente nell’interesse degli stessi paesi creditori per almeno quattro motivi. Primo, il contrasto al riscaldamento globale attraverso la mitigazione delle emissioni è un bene pubblico globale dove sono necessari gli sforzi di tutti, inclusi quelli dei paesi a basso e medio reddito. Secondo, gli investimenti in adattamento al riscaldamento globale nei Paesi debitori, che si trovano molto spesso nelle aree più colpite dall’emergenza climatica, sono fondamentali per ridurre il rischio stesso di solvibilità dei debitori. Terzo, l’emergenza climatica sta rendendo insostenibile il rapporto tra risorse e popolazione in molti di questi Paesi alimentando migrazioni climatiche che rischiano in futuro di creare flussi ancora più grandi e difficili da gestire alle porte dei Paesi ad alto reddito oltre che tra gli stessi Paesi poveri o emergenti. Quarto, le crisi debitorie sono sempre foriere di instabilità politica non solo nazionale, ma anche globale.

Convertire una parte del debito e del pagamento dei suoi interessi in un fondo di garanzia per investimenti in progetti di mitigazione e adattamento capaci di combattere la povertà energetica delle comunità locali, promuovere la creazione di impianti di produzione da fonti rinnovabili a partecipazione popolare può dunque concorrere a realizzare il duplice obiettivo di accelerare il percorso verso la transizione ecologica combattendo le condizioni di povertà nei Paesi debitori. Senza entrare in dettagli tecnici relativi alle diverse modalità di esecuzione l’iniziativa, da realizzare col protagonismo dei governi, della società civile locale e delle comunità, sarebbe generativa anche per i Paesi più vulnerabili che non sono in grado di onorare il debito, attraendo attorno a sé ulteriori risorse dalle banche regionali di sviluppo e avvalersi della conversione di Diritti Speciali di Prelievo allocati ai paesi creditori, parte dei quali promessi come destinazione per la promozione di politiche di sviluppo globale.

L’eredità spirituale di Francesco parte da una riflessione teologica, pastorale ed antropologica sulla salvaguardia della dignità di ogni persona e fa appello nella sua ultima fase con la Fratelli tutti al tema della fraternità perduta che è il vero anello mancante che rende inefficaci e improduttive la libertà e la tensione verso l’eguaglianza. I conflitti tra Regioni e Paesi, le rivalità economiche e la ricerca del potere generano crisi e producono violenza, che avvelena anche i rapporti umani . A questo dobbiamo rispondere alimentando il nostro pianeta di intelligenza relazionale, di relazioni umanizzanti, fra persone e fra istituzioni.

Faremmo un passo avanti attingendo all’eredità spirituale di papa Francesco iniziando un cammino in questa direzione.”

I firmatari del Manifesto: Helen Alford; Presidente Pontificia Accademia delle Scienze Sociali Alfonso Apicella; Senior Officer Global Advocacy Campaigns Caritas Internazionale; Leonardo Becchetti, Università Tor Vergata, Direttore Festival Nazionale Economia Civile e co-fondatore NeXt Economia; Joachim von Braun, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze; Luigino Bruni, Università LUMSA, fondatore Economy of Francesco; Iftekhar Hasan, Fordham University, Editor of the Journal of Financial Stability; Phoebe Koundouri,University of Athens, Chair World Council of Environmental and Resource Economists Associations; Giulio Guarini, Università della Tuscia; Riccardo Moro, già coordinatore del progetto tecnico di conversione del debito con Zambia e Guinea Gianni Vaggi; Università di Pavia e Stefano Zamagni, già Presidente Pontificia Accademia delle Scienze Sociali

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