
Il presidente di Panebianco Wines, importatore negli Stati Uniti e tra i massimi esperti di vini italiani, è stato raggiunto dall'Adnkronos al suo 38esimo Vinitaly
"Si vive un Vinitaly abbastanza surreale perché si parla del 30% di vino e del 70% delle condizioni in cui siamo" per via dell'incognita dazi: "Noi rappresentiamo 54 produttori e gli appuntamenti che abbiamo in agenda nei tre giorni e mezzo di fiera si stanno allungando non per il piacere di parlare di cose tecniche, di cose interessanti o inerenti al vino e ai prodotti, ma bensì parlare di cose macroeconomiche che tra l'altro, noi non possiamo certamente risolvere". Ad affermarlo è Nunzio Castaldo, presidente di Panebianco Wines, importatore negli Stati Uniti e tra i massimi esperti di vini italiani, raggiunto dall'Adnkronos al suo 38esimo Vinitaly, dove si trova in questi giorni.
"Noi siamo preoccupati, sono preoccupati anche i produttori ad esempio piemontesi, toscani, veneti che esportano tanto in America e vogliono capire di più, anche perché hanno preso impegni con i vari fornitori di bottiglie, di cartoni, insomma si è scatenato veramente uno tsunami con i dazi al 20%. Una situazione drammatica e insostenibile perché vi sono ripercussioni sulle borse che stanno perdendo migliaia e migliaia di milioni di dollari da New York a Tokyo".
Tuttavia, aggiunge Castaldo "rimaniamo ottimisti, stiamo cercando di capire che il tipo di precauzione, quali strumenti dobbiamo adottare per essere danneggiati il meno possibile". Quanto ai produttori, conclude, "li ho visti molto disponibili ad affrontare questa situazione insieme, noi ci facciamo forti di queste partnership molto lunghe e salde, un po' di esperienza e di affidabilità ce l'abbiamo dopo tanti anni, quindi se diamo un consiglio ci ascoltano".
"Il discorso è molto complesso perché abbraccia non solamente la parte politica ma anche soprattutto economica. Noi siamo soggetti, secondo me, a un isterismo più che a una strategia da parte del governo americano". "I dati che ci stanno propinando non sono corretti sia per la parte dell'Unione europea e sia sul conteggio che ha messo in atto il governo americano, - spiega l'imprenditore, che vanta un'esperienza trentennale nel settore - si tratta di un punteggio totalmente squilibrato senza sostegno di numeri reali. E' una formula che Trump ha fatto, consigliato da persone che non hanno nessun tipo di background finanziario e soprattutto di economico" sbotta Castaldo. "Quindi noi operatori del mercato siamo molto perplessi e sconcertati, - conclude - anche perché è una dichiarazione quasi dittatoriale: se vieni a contrattare con me, vediamo per quello che ti posso fare, altrimenti applichiamo. E non è proprio un segno democratico che dovremmo avere nel 2025".
"C'è tanta incertezza e per noi operatori è difficile assolutamente portare avanti una programmazione. Noi come Panebianco, azienda specializzata nei vino italiano di fascia medio alta, (nello stato di New York e New Jersey), ma anche come Db Wine Selection (in Massachuttes e Connecticut) importatore di vini francesi di alto livello, che abbiamo acquisito di recente, adottiamo una strategia di distribuzione diretta - spiega Castaldo - e, abbiamo preso provvedimenti anche molto coercitivi, abbiamo bloccato tutto perché per importare quattro containers dobbiamo pagare 90-100.000 dollari di dazio al 20%".
"Siamo in attesa - conclude Castaldo -. Non vogliamo prendere decisioni 'di pancia' e vogliamo aspettare che ci sia qualcuno, mi permetto di dire con 30 grammi di cervello in più, che possa dissuadere l'amministrazione Trump e fare in modo di prendere una decisione di ripartenza più conveniente per le parti e sostenibile".