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Bce tiene i tassi fermi, invariate prospettive inflazione

Lagarde: "In quarto trimestre probabile stagnazione, rischi al ribasso. Consiglio ritiene prematuro discutere di taglio"

Sede della Bce
Sede della Bce
25 gennaio 2024 | 16.57
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Come previsto la Bce tiene i tassi fermi. Il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento spiegando la nuova pausa con il fatto che "le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine", quindi senza aprire la strada a eventuali improbabili rialzi o tagli inattesi.

I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rimarranno dunque rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

"A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è proseguita e i passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione" rivendica l'Eurotower.

Lagarde

La Bce stima "una probabile stagnazione" dell'economia dell'Eurozona nel quarto trimestre 2023, seguita da una fase di crescita "debole e quindi da una ripresa" anche se "i rischi restano al ribasso, anche per i rischi geopolitici, dall'Ucraina al Medioriente", ha sottolineato la presidente della Bce Christine Lagarde nella dichiarazione introduttiva della conferenza stampa post-Consiglio direttivo. "Nel Consiglio direttivo c'è stato un consenso nel ritenere prematuro discutere di un taglio dei tassi adesso", ha aggiunto. "Nelle decisioni restiamo legati ai dati in arrivo" ha aggiunto. E i dati - ha osservato - mostrano che "i costi spedizione e consegna delle merci stanno aumentando, così come le tariffe e i dazi", anche per via delle tensioni geopolitiche come quella legata alla crisi del Mar Rosso.

"Dobbiamo essere cauti" ha osservato ricordando le indicazioni di altre istituzioni come l'Fmi sui pericoli legati a queste crisi: "Se quella del Mar Rosso dovesse svilupparsi potrebbero derivarne rischi aggiuntivi con problemi sui trasporti" globali, ha concluso.

"Nel prendere le nostre decisioni guardiamo a una quantità di dati, dalle retribuzioni alla produzione industriale e al commercio al dettaglio. Ma guardiamo anche ai dati di bilancio dei paesi dell'Eurozona: abbiamo visto che alcuni si sono impegnati a rivedere i sussidi per i costi energetici e staremo molto attenti" al loro rispetto. "E poi guarderemo anche al consolidamento fiscale rispetto ai bilanci che sono stati sottoposti" alla Commissione europea. E' una risposta che chiama in causa anche le scelte di bilancio dei singoli governi, quella che la presidente della Bce dopo una domanda sulle critiche del ministro dell'Economia Giorgetti che in un'intervista lamentava rischi di 'recessione' in caso di mancato taglio dei tassi.

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