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L'esperto dell'Agenzia Spaziale Italiana: "Le probabilità di impatto potrebbero continuare ad aumentare nei prossimi tre mesi, ma bisognerà aspettare il 2028 per stabilire il 'corridoio d'impatto'", ovvero l'area della Terra su cui l'asteroide potrebbe cadere
Le probabilità che l'asteroide YR4 colpisca la Terra il 22 dicembre 2032, corrette al rialzo nei giorni scorsi (passando dall'1,2% al 3,1%), sono destinate ad aumentare ancora nei prossimi tre mesi. Ma per far scattare l'allarme e correre ai ripari dovrebbero superare la soglia del 10%. Per prevedere il luogo di un eventuale impatto bisognerà aspettare il 2028, immaginarne invece le conseguenze è già possibile: la distruzione completa nel raggio di 30-35 km dal punto d'impatto.
Se resta la "ragionevole certezza" della data, è la probabilità di impatto che potrebbe continuare a fare notizia, poiché questa "varia in dipendenza delle osservazioni che si riescono a fare con i telescopi disponibili. Al momento, YR4 si sta allontanando, quindi diventa sempre più difficile osservarlo" ma "ogni osservazione che si effettua aggiungendosi alle precedenti aumenta la nostra confidenza sui calcoli fatti" e "ci aspettiamo che la probabilità calcolata finora continui a crescere da qui ad aprile-inizio di maggio, ovvero fin quando sarà visibile" a meno che "non ci sia un'osservazione che cambi completamente o sensibilmente l'orbita finora calcolata", spiega all'AdnKronos Marco Castronuovo, responsabile osservazione e sorveglianza dell'Agenzia Spaziale Italiana.
O potrebbe anche crollare a zero, come già accaduto in passato con l'asteroide Apophis che avrà un incontro ravvicinato con la Terra nel 2029: "Inizialmente - ricorda Castronuovo - si era ritenuto che potesse avere un impatto con la Terra, impatto poi escluso dalle osservazioni". Ci passerà solo molto vicino.
Per tornare a YR4, dove potrebbe colpire la Terra in caso di impatto? "YR4 ha un'orbita che lo porta vicino alla Terra più o meno ogni 4 anni, quindi tornerà in vicinanza della Terra nel 2028 e poi nel 2032. Prevedere il luogo dell'impatto sarà possibile, ma bisognerà aspettare il 2028, quando l'asteroide ripasserà vicino alla terra e i network di telescopi saranno pronti ad osservarlo determinando l'orbita e riuscendo a calcolare il cosiddetto 'corridoio d'impatto', quindi non proprio il punto esatto ma l'area, ed eventualmente organizzare l'evacuazione delle persone. Nell'eventualità, lo sapremo con sufficiente anticipo per potersi organizzare".
Non è un caso se l'esperto dell'Asi parla di evacuazione, visto che sulle conseguenze di un eventuale impatto YR4-Terra "quello che potrebbe succedere è la distruzione completa nel raggio di 30-35 km dal punto dell'impatto, abbastanza grave direi, dipende ovviamente dalla zona ma parliamo di una cosa seria. E anche se cadesse in mare, creerebbe gravi tsunami". Basta pensare, ricorda Castronuovo, che nel 1908 a Tunguska, in Siberia, un oggetto più o meno delle dimensioni di YR4 finì sulla foresta siberiana distruggendone 2mila kmq.
Ma prima che accada questo, esistono eventuali contromisure da far scattare nel caso in cui la probabilità di impatto superasse la soglia del 10%. "Allora si inizierebbe a ipotizzare una missione per deviarne la traiettoria. E' stato già fatto con l'esperimento condotto con la sonda della Nasa 'Dart' (nel 2022, ndr) facendo collidere un satellite con un piccolo asteroide secondario, missione dimostrativa della tecnica a impatto cinetico che ha dimostrato che, lanciando in tempo una sonda, non all'ultimo momento ma qualche anno prima, è possibile deflettere la traiettoria ed evitare l'impatto".
Si è parlato anche del possibile ricorso ad armi nucleari, "che però viene normalmente escluso in caso di asteroidi piccoli, è una possibilità lasciata come ultima ratio, insomma l'ultima carta da giocare quando si è proprio con le spalle al muro - dice Castronuovo - Ad esempio, nel caso in cui si scoprisse un oggetto in rotta di collisione certa con la Terra in tempi brevi, diciamo meno di 10 anni. E' una delle possibili tecniche, anche se mai sperimentata".
Un asteroide è un piccolo corpo celeste, ciò che rimane del processo di formazione del sistema solare. "Nella zona tra Marte e Giove ce ne sono migliaia, pianeti che non sono mai diventati tali a causa delle forze gravitazionali di Giove, rimasti 'sassolini' sparsi che ogni tanto deviano la propria rotta e passano vicino alla Terra. A quel punto diventano 'Nea' (near earth asteroid) e possono rappresentare un pericolo per il nostro Pianeta. Ogni anno cadono tonnellate di materiali sulla Terra di cui non ci accorgiamo, fortunatamente soprattutto sotto forma di polvere". (di Stefania Marignetti)