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Allarme della filiera della canapa, in Italia a rischio fino a 30 mila posti di lavoro

Oltre 3 mila imprese, un fatturato di circa 2 miliardi di euro l'anno

Allarme della filiera della canapa, in Italia a rischio fino a 30 mila posti di lavoro
22 aprile 2025 | 17.35
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A rischio fino a 30mila lavoratori e oltre 3 mila imprese per un’attività che consta un giro d’affari annuo di 2 miliardi di euro. A lanciare l'allarme è la filiera della Canapa in occasione della conferenza stampa 'Salviamo la filiera della canapa industriale' che si è svolta oggi nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. La filiera punta il dito contro l’articolo 18 presentato nel nuovo dl sicurezza che "consente la produzione di inflorescenze contenenti cannabidiolo solo se destinate al florovivaismo professionale, vietandone gli altri usi, dal commercio alla lavorazione, dalla detenzione alla vendita". Dall’entrata in vigore del decreto legge, lo scorso 12 aprile, gli imprenditori di prodotti a base di Cbd rischiano sequestri e denunce. Secondo Stefano Vaccari, Capogruppo Pd in Commissione Agricoltura, è perciò importante accendere i riflettori sul tema in quanto "non si prevede né un periodo di transitorietà, né un ristoro e nemmeno ammortizzatori sociali per gli imprenditori coinvolti".

Mattia Cusani, presidente dell’Associazione Nazionale Canapa Sativa Italia, ha sottolineato come tutto il giro d’affari intorno al settore della canapa industriale - che viene impiegata per diversi settori dal tessile all’alimentare passando per la cosmetica - finirebbe nelle mani dei paesi stranieri, sottraendo la produzione a un settore delle imprese italiane ma non bloccandone tuttavia il consumo.

Il decreto legge, secondo la filiera, si scontra anche con il diritto europeo che considera la canapa un prodotto agricolo e ne permette la coltivazione e il commercio purché il livello del Thc, principale principio attivo della cannabis, rientri nei limiti fissati dall’Ue. "La Canapa è riconosciuta come coltura agricola legittima se il Thc è sotto lo 0,3%", ha dichiarato Stefano Masini, Coordinatore delle attività dell’Area ambiente e Territorio di Coldiretti, che ribadisce la portata del danno di questo decreto legge per le imprese italiane e per "l’intera organizzazione economica della filiera". La conferenza stampa di oggi ha come obiettivo di chiedere alla maggioranza un ripensamento e una discussione "seria e trasparente" in merito all’art.18, ha concluso Stefano Vaccari.

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