
Aveva 91 anni. Era professore di storia contemporanea presso l'Università degli Studi Roma Tre. I funerali mercoledì 19 alle 14:00
Lo storico Lucio Villari, un dei maggiori studiosi italiani di storia moderna e contemporanea, è morto nella notte all'ospedale Gemelli di Roma all'età di 91 anni. Accanto a lui fino all'ultimo i figli Alberto e Anna e la moglie Fausta Cataldi.
I funerali si terranno mercoledì 19 marzo, alle ore 14, nella Basilica di Santa Croce al Flaminio, in via Guido Reni 2 a Roma. Officerà la santa messa il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. Villari è rimasto vittima di una caduta accidentale venerdì scorso ed è stato trasferito all'ospedale Gemelli dove è morto nella serata di domenica 16 marzo.
Nato il 26 agosto 1933 a Bagnara Calabra, nella provincia di Reggio Calabria, Lucio Villari è stato professore di storia contemporanea presso l'Università degli Studi Roma Tre. Ha scritto numerosi saggi sulla storia dal Settecento al Novecento, in particolare sulle idee e sulla vita sociale. Ha collaborato con Rai Storia con alcuni quotidiani, soprattutto con 'La Repubblica'. Tra i suoi numerosi libri 'La roulette del capitalismo'; 'Romanticismo e tempo dell'industria'; 'Niccolò Machiavelli'; 'L'insonnia del Novecento' e 'America amara. Storie e miti a stelle e strisce'.
Era fratello di Rosario Villari (1925-2017), anche lui illustre storico dell'età moderna, noto per il manuale di storia per i licei e gli istituti tecnici pubblicato da Laterza negli anni '70 e ristampato per due decenni. Per la sua dedizione alla scrittura divulgativa, il fratello maggiore associò Lucio a una delle sue opere, "La società nella storia", manuale di storia per la scuola media inferiore pubblicato da Sansoni tra il 1977 e il 1980.
Studioso specializzato nel periodo tra Settecento e Novecento, aveva concentrato il suo lavoro soprattutto sull'Europa e Stati Uniti, indagando in particolare la Rivoluzione francese, la nascita e l'affermazione del capitalismo e l'Italia del Risorgimento, dedicando allo stesso tempo una specifica attenzione all'influenza del pensiero politico di Niccolò Machiavelli: lo storico Lucio Villari, uno degli ultimi grandi maestri della sua generazione, è morto nella serata di domenica 16 marzo all'ospedale Gemelli di Roma all'età di 91 anni.
Lucio Villari si era laureato all'Università di Messina per specializzarsi poi nel secolo XVIII all'Istituto di Studi storici di Napoli sotto la guida di Federico Chabod. In quel periodo di studi napoletani, nella fucina creata da Benedetto Croce, Villari preparò il suo primo saggio a tema settecentesco, "Il pensiero economico di Antonio Genovesi" (Le Monnier, 1958).
Lucio Villari è stato professore di storia contemporanea presso l'Università degli Studi Roma Tre, dove ha svolto tutta la carriera accademica. Alla ricerca universitaria, ha unito sempre una brillante capacità di divulgatore sia per la carta stampata (ha collaborato a lungo con il quotidiano 'La Repubblica', fin dalla fondazione nel 1976, chiamato dall'amico direttore Eugenio Scalfari) che per la televisione: è stato membro del comitato scientifico dei programmi televisivi della Rai 'Il tempo e la storia' e 'Passato e presente', dove è apparso anche in veste di ospite. Fino alla scorsa settimana ha registrato puntate di 'Passato e presente' con la conduzione di Paolo Mieli.
Da storico che amava "portare la storia fuori dall'accademia", come amava dire lui stesso, fin dagli inizi degli anni 70 volle impegnarsi nel campo della divulgazione, come testimoniano i suoi primi saggi dalla scrittura efficace scritti per la "Storia universale illustrata", una popolare enciclopedia di Fabbri Editore pubblicata a partire dal 1971. Nel 1989, in occasione dei 200 anni della Rivoluzione francese, curò "1789-1799. I dieci anni che sconvolsero il mondo" con Giorgio Dell'Arti, sette fascicoli pubblicati con CLa Repubblica' che arrivarono a vendere 700mila copie l'uno. In seguito ha scritto 'La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari' (Laterza, 1997), che ha rappresentato un altro successo di vendite. Sulla stessa linea divulgativa ha realizzato anche 'Il Risorgimento. Storia, documenti, testimonianze', otto volumi pubblicati dal Gruppo editoriale L'Espresso nel 2007, e 'Italiani. Storia e storie di un popolo dal 1861 ad oggi' (con Corrado Augias, La Repubblica-Espresso-Eri, 2010).
Lucio Villari ha scritto numerosi saggi sulla storia dal Settecento al Novecento, in particolare sulle idee e sulla vita sociale. Tra di essi figurano: 'Il capitalismo italiano del Novecento' (Laterza, 1972), 'Weimar. Lotte sociali e sistema democratico nella Germania degli anni Venti' (Il Mulino, 1978), 'Settecento adieu. Cultura e politica nell'Europa dei lumi' (Bompiani, 1985), con cui ha vinto il Premio Nazionale Rhegium Julii per la saggistica; 'La roulette del capitalismo' (Einaudi, 1995). 'La schiavitù dei moderni. Illuminismo e colonialismo: Raynal e Diderot' (Edizioni associate, 1996), 'Romanticismo e tempo dell'industria. Letteratura, libertà e macchine nell'Italia dell'Ottocento (Donzelli, 1999), 'L'insonnia del '900. Le meteore di un secolo' (Paravia Scriptorium, 2000; Bruno Mondadori, 2002), 'Bella e perduta. L'Italia del Risorgimento' (Laterza, 2009), che gli è valso il Premio Benedetto Croce per la saggistica e che è stato appena ristampato; 'Notturno italiano. L'esordio inquieto del Novecento' (Laterza, 2011), 'America amara. Storie e miti a stelle e strisce' (Salerno Editrice, 2013), 'La luna di Fiume. 1919: il complotto' (Guanda, 2019).
Tra i grandi affreschi di Lucio Villari spicca il volume 'Le avventure di un capitano d'industria', pubblicato in prima edizione da Einaudi nel 1991: è il racconto del'Italia dei primi trent'anni del Novecento, un paese di capitani d'industria senza scrupoli, di dannunziani 'venturieri senza ventura' tra guerra e pace, dove vengono presentate le vicende che hanno avuto tra i protagonisti, visibili e invisibili, manager e uomini d'affari come il fondatore della siderurgia italiana Oscar Sinigaglia e il fondatore della Fiat Giovanni Agnelli. Il libro si allarga poi alla nascita dell'Ilva, dell'Iri, la crisi del 1929, e ai progetti e ai piani di un capitalismo 'diverso'.
All'autore del trattato politico rinascimentale 'Il principe', Lucio Villari ha dedicato due libri di successo: 'Niccolò Machiavelli' (Piemme, 2000) con cui ha vinto il Premio Estense nel 2001, e 'Machiavelli. Un italiano del Rinascimento' (Mondadori, 2013). Tra gli altri incarichi, Villari ha fatto parte del Comitato per gli anniversari nazionali, occupandosi in particolare nel 2011 delle celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia. Il 25 aprile 2015, in occasione del 70° anniversario della Liberazione, Lucio Villari tenne il discorso celebrativo al Piccolo Teatro di Milano alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Protagonista della vita accademica e culturale, Lucio Villari è stato un appassionato cultore delle arti dello spettacolo, un amore alimentato da tante e importanti amicizie come quelle con Eduardo De Filippo, Ettore Scola e Marcello Mastroianni. Si spiega così, ad esempio, la sua affabile partecipazione nel 1980 al film 'La terrazza' di Scola, nel quale interpretava il ruolo del 'padrone di casa' che ospita un gruppo di intellettuali e artisti progressisti. Non solo amava la musica, in particolare il jazz (era un grande amico di Lino Patruno), ma la suonava benissimo al pianoforte. Da ricordare anche una sua esperienza teatrale: nel 1986 curò la riduzione, l'adattamento e la regia di un classico della letteratura francese dell'Illuminismo. le 'Lettere persiane' di Montesquieu, interpretato da Pino Micol (nel ruolo del protagonista), prodotto dal Teatro Stabile di Roma e andato in scena al Ridotto di Venezia in occasione del Carnevale.
"Sono addolorato per la scomparsa di Lucio Villari, studioso insigne e fine intellettuale, riferimento di generazioni di storici, uomo di grande cultura, capace di coniugare rigore scientifico e passione per la democrazia e la giustizia. Ai suoi familiari rivolgo sentimenti di vicinanza e di cordoglio", si legge nel messaggio inviato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Lucio Villari è stato uno dei maggiori storici italiani. Uno studioso raffinato che ha saputo analizzare in profondità i principali snodi della storia nazionale e le dinamiche economiche internazionali, sempre con la massima libertà intellettuale. Intere generazioni di studenti si sono formati sui suoi manuali di storia. A nome mio e del ministero della Cultura esprimo la mia vicinanza alla sua famiglia e a tutti i suoi cari”, dichiara il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
"Lucio Villari era uno storico di scuola meridionalista che leggeva gli eventi con impegno. E il suo impegno era una difesa - lui che era calabrese - dell'Unità d'Italia e del valore che quell'impresa, compiuta da Garibaldi nel 1860, aveva per la nostra convivenza. Lì ha dato il meglio della sua scienza e della sua passione", ha detto Corrado Augias all'AdnKronos.