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Giornata del Gatto, la passione non conosce confini: dai politici ai cantanti 'pazzi' per i felini

Da Beppe Convertini a chef Borghese, fino a Freddy Mercury che gli dedicò una canzone

Giornata del Gatto, la passione non conosce confini: dai politici ai cantanti 'pazzi' per i felini
17 febbraio 2025 | 12.27
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Amati, corteggiati, viziati. Randagi, di razza, aristocratici, dal pelo lungo, persiani (i più amati), neri, bianchi, screziati, spesso si ereditano o si tramandano (di padre in figlio). Sono i gatti, felini di stirpe regale, adorati come divinità nell'antico Egitto, di cui su celebra il 17 febbraio la Giornata Nazionale. Questa ricorrenza viene celebrata in date diverse in zone diverse, mentre l’8 agosto c’è la Giornata Internazionale del Gatto e il 17 novembre la Giornata nazionale del gatto nero.

Qualunque sia la data, questa giornata è un modo e un'occasione per conoscere questi animali e come imparare a conviverci, scoprendo quanto la loro compagnia possa aiutarci a sentirci meglio nel nostro quotidiano.

Le celebrità amanti dei gatti

E molti sono i cantanti, attori, registi, da Caterina Murino a Tiziano Ferro, da Michelle Hunziker a Luciana Littizzetto e Beppe Convertini, dallo chef Alessandro Borghese (la sua Savannah ha lo stesso nome di una nipotina della principessa Anna d'Inghilterra) a Giorgia e Ed Sheeren, da Isabella Rossellini a Drew Barrymore e Nicole Kidman, che ne condividono le esistenze, tra foto, profili social e campagne pubblicitarie. Ma anche ricche, ricchissime eredità, come accaduto a Choupette, la gatta del grande stilista Karl Lagerfeld, il felino più fotografato al mondo con oltre 200mila scatti e un patrimonio di circa 170 milioni di dollari.

Un passione, quella per i gatti, che non conosce confini, ambiti territoriali, professionali, artistici. Dall'Europa agli Stati Uniti impossibile, tra i protagonisti del grande cinema, del teatro, ma anche delle passerelle, resistere al fascino del più amato tra i felini. Un lungo elenco che comprende, tra gli altri, Taylor Swift, James Franko, Salma Hayek, moglie del miliardario francese Francois- Henri Pinault, Gigi Hadid, super top, la fascinosissima Dita von Teese, 'the queen of neo burleseque, Georgia May Jagger, Freddy Mercury che dedicò un brano nell'album 'Innuendo' proprio ai gatti.

Gatti sullo schermo

E se il gatto oggi è un compagno di assoluta affidabilità e soprattutto un animale mobilissimo, facile da 'traslocare' da un lungo all'altro, da una città all'altra, rimane uno degli animali più ricercati sul grande schermo, immortalato in pellicole cult. I felini sono 'attori' loro malgrado, amati dal grande pubblico. Dagli 'Aristogatti' al 'Re Leone', da 'Bianca e Bernie' allo Stregatto di 'Alice nel Paese delle Meraviglie' alla 'Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare'. I cartoon hanno divertito grandi e piccini, ma sono numerosi gli attori (e le attrici) che hanno condiviso con scatti fotografici, ormai passati alla storia, la loro adorazione per i gatti.

Da James Stewart a Grace Kelly, futura principessa di Monaco, da Audrey Hepburn a Sigourney Weaver, da Lupita Nyong a Ursula Andress e a Mia Farrow, da Marlon Brando (ricordate il grande attore in una scena del Padrino con il suo gatto?) a Jane Fonda e Meryl Streep che parlando di gatti, ricordò in una intervista, che Walt Disney avrebbe confessato, nonostante il successo degli 'Aristogatti' che "non si fidava delle donne e tantomeno dei gatti". La pensava diversamente Colette, scrittrice francese e 'signora' dei salotti mondani e intellettual-aristocratici, che al gatto dedicò un romanzo, 'La chatte', un improbabile triangolo amoroso, tra il giovane e viziato Alain, la sua giovane sposa Camille e una bellissima certosina dai riflessi argentati, Saha, colpevole di compromettere e logorare irrimediabilmente il menage della coppia.

Gatti star della politica

Hanno abitato la Casa Bianca e i saloni di Downing Street, la corte d'Inghilterra e le magioni di sir Winston Churchill, l'Eliseo parigino e le Caravelle di Cristoforo Colombo in viaggio per le Americhe. Presenze amante, coccolate, felini star, loro malgrado, sotto i riflettori della politica. Nella 'Giornata mondiale del gatto' impossibile non ricordare il 'first cat' dei potentissimi Clinton, Jocks, viziato dai fotografi che lo lusingavano con superbi croccantini. Viaggiava comodamente con l'Air Force One chiuso in un trasportino con il sigillo presidenziale.

A Londra il primo ministro John Major nel 1996 aveva voluto Humprey, in primo piano, nel cartoncino per gli auguri di Natale. Non amato dai successivi inquilini di Downing Street, in particolare dalla signora Blair, sembra che Humprey fosse stato cacciato dalla residenza londinese. Increduli persino i politici che dalla Camera del Comuni, con uno dei loro rappresentanti, il conservatore Alan Clark, avanzarono una interrogazione chiedendo di dimostrare che Humprey fosse vivo. Non ci fu risposta. Solo alla sua morte il 'Sun' titolò: 'Il mondo della politica piange la morte di una leggenda".

Jock era il gatto di sir Winston Churchill, sempre insieme anche quando si sedeva a tavola e quando esalò l'ultimo respiro. Il presidente Lincoln sembra prendesse, invece, le sue decisioni più importanti solo dopo aver accarezzato uno dei suoi gatti, mentre il generale De Gaulle non si separava mai da Gris Gris. Si era ritirato nella tenuta di Marly, dopo aver diretto dalla Gran Bretagna la riorganizzazione della Francia libera, alla domanda dell'allora ministro della Cultura Malraux, che era andato a trovarlo, se mai si ritenesse inoperoso... il futuro presidente della Repubblica francese rispose: 'Lo chieda al gatto. Insieme facciamo grandi passeggiate e grandi chiacchierate'.

Anche il potentissimo Armand - Jean du Plessis, duca di Richelieu, primo ministro sotto il regno di Luigi XIII, adorava i gatti, una vera e propria tribù (oltre 40 che convivevano in assoluta armonia) dai nomi curiosi e paradigmatici, Rubis sur l'ongle (Rubino sull'unghia), Soumise (Sottomessa), Ludovic le Cruel (Ludovico il Crudele), Perruque (Parrucca) e Lucifero... Alla sua morte lasciò parte della cospicua eredità a 14 gatti prescelti. "Dio ha creato il gatto perché l'uomo potesse accarezzare una piccola tigre", confessò un giorno. Passione per i gatti che non lasciò indifferente, qualche secolo dopo, anche il miliardario americano Howard Hughes, imprenditore, regista, aviatore, costruttore di aerei, produttore cinematografico, che confinò in una suite lussuosissima uno dei gatti più amati con tanto di tv in camera perché si sentisse meno solo.

Vere e proprie eminenze grigie, i gatti furono 'sovrani' assoluti anche alla corte di St. James. La regina Vittoria possedeva un persiano, White Heather che passò in eredità al figlio Edoardo VII, quello che accadrà più tardi con i corgi della regina Elisabetta II. Sensibile ai felini anche Maometto, la sua preferita era Muezza. Amava addormentarsi tra le sue braccia e un giorno per non svegliarla prima di andare in Moschea a pregare, preferì tagliare una parte della manica del suo abito.

Gatti esploratori e viaggiatori, loro malgrado, a bordo delle Caravelle di Cristoforo Colombo che decise di salpare alla scoperta del Nuovo Mondo con un maschio e due femmine. Nessuna forma di idolatria nei confronti dei felini, semplicemente una necessità imprescindibile la loro presenza. Sarebbero serviti per 'attaccare' i topi e proteggere carichi preziosi di cibo e bevande. Quasi un obbligo, come del resto scritto anche tra le leggi del 'Consolato del Male'. (di Carmela Piccione)

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