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'Fine di Dio' di Lucio Fontana all'asta per 18 milioni di dollari

A maggio, a New York, da Sotheby's con altre opere della celebre gallerista israeliana Daniella Luxembourg

(Lucio Fontana nel salotto Luxembourg - Sorheby's)
(Lucio Fontana nel salotto Luxembourg - Sorheby's)
10 aprile 2025 | 12.14
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Capolavoro emblematico dell'astrazione del dopoguerra, "Concetto spaziale, La Fine di Dio" (1963) di Lucio Fontana sarà il top-lot della collezione della curatrice, mecenate e gallerista israeliana Daniella Luxembourg, che sarà in vendita con una stima di 12-18 milioni dollari da Sotheby's a New York a maggio come parte della Contemporary Evening Auction. Le 15 opere offerte da Luxembourg sono raccolte con il titolo "Im Spazio: The Space of Thoughts", un omaggio alla mostra epocale del 1967 curata da Germano Celant, considerata l'atto fondativo dell'Arte Povera. Si prevede una stima complessiva per tutti i lotti di 30 milioni di dollari.

Il fil rouge della collezione è il desiderio degli artisti di esplorare lo spazio e la materialità, mettendo in discussione la supremazia della tela come mezzo espressivo per eccellenza: dall'impronta del dito di Fontana che assale la superficie scintillante e perforata di "La fine di Dio", alla tela crepata del monumentale "Nero Cretto" (1976) di Alberto Burri (stima 2.5-3.500.000 dollari), fino alla forma dell'Italia riplasmata da Luciano Fabro con materiali diversi in "Sullo stato" (1970; stima: 700.000 - 1.000.000 dollari).

Così come questi artisti italiani ridefinivano i confini dell'arte tradizionale attraverso l'uso di materiali grezzi e non convenzionali (tra loro anche Michelangelo Pistoletto e Salvatore Scarpitta), anche artisti americani come Claes Oldenburg e Alexander Calder, contemporaneamente, sfidavano lo status quo nei loro rispettivi linguaggi. Sebbene i mezzi espressivi impiegati fossero differenti, tutti cercavano di annullare la distanza tra scultura e oggetto quotidiano, trasformando l'ordinario in qualcosa di straordinario. Nella casa newyorchese di Daniella Luxembourg, Calder e Oldenburg dialogavano con Fontana, Burri e Piero Manzoni – opere che coesistevano nello stesso spazio, generando conversazioni inaspettate e profonde tra loro. Spicca di Michelangelo Pistoletto la sua "Maria nuda" (1969; stima 1-1,5 milioni dollari), che riveste un significato particolare, poiché ritrae Maria Pioppi, moglie e musa dell'artista, la cui posa richiama i nudi neoclassici del XIX secolo.

Curatrice visionaria, consulente di fiducia, gallerista e fondatrice della Luxembourg & Co., oltre ad aver fondato il Museo Ebraico di Vienna, la Bauhaus Foundation a Tel Aviv e aver creato Sotheby’s Israel (la prima casa d'aste del Paese), per Daniella Luxembourg la ricerca di queste opere è stata importante quanto le acquisizioni stesse. Le ha inseguite con lungimiranza pionieristica, ben prima che questi artisti venissero pienamente riconosciuti per il loro impatto catalizzatore nella storia dell’arte. La sua convinzione era tale da spingerla a fare tutto il necessario per ottenere i lavori che meglio li rappresentassero, stabilendo, nel frattempo, numerosi record d'asta per artisti come Scarpitta, Pistoletto e Oldenburg.

Molte opere vantano una provenienza eccezionale: lo Scarpitta, ad esempio, apparteneva alla collezione del gallerista e collezionista d'avanguardia Michel Durand-Dessert; allo stesso modo, "Sullo stato" di Fabro è passato per le mani dei tre mercanti più influenti dell''Arte Povera: Gian Enzo Sperone, Christian Stein e Massimo Minini. La raffinata competenza di Daniella non si è limitata alle pareti della sua casa: ha attivamente promosso questi artisti, organizzando mostre monografiche - tra cui quelle dedicate a Burri, Fontana e Scarpitta - nella galleria Luxembourg & Co.

Claudia Dwek, Chairman of Contemporary Art di Sotheby's Europa, ha dichiarato che gli artisti presenti in questa collezione "cercavano di liberarsi dai vincoli della storia dell'arte e di reinventare ciò che l'arte poteva essere, riflettendo i rapidi cambiamenti sociopolitici dell'epoca".

(di Paolo Martini)

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