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Biennale Architettura, visionaria e con numeri record

La 19/a rassegna è in programma da sabato 10 maggio a domenica 23 novembre 2025 a cura di Carlo Ratti

(Carlo Ratti e Pietrangelo Buttafuoco)
(Carlo Ratti e Pietrangelo Buttafuoco)
11 febbraio 2025 | 14.58
LETTURA: 5 minuti

La 19esima Mostra internazionale di Architettura, in programma da sabato 10 maggio a domenica 23 novembre 2025, sarà la più visionaria e partecipata della storia della Biennale di Venezia. E si prefigge anche un obiettivo ambizioso: proporre soluzioni per raccogliere le sfide che pone il cambiamento climatico. Per questo la grande esposizione e al tempo stesso laboratorio di idee dal titolo "Intelligens. Natural. Artificial. Collective", curata da Carlo Ratti, per la prima volta presenta un numero record di partecipanti, oltre 750, tra architetti e ingegneri, matematici e scienziati del clima, filosofi e artisti, cuochi e programmatori, scrittori e intagliatori, agricoltori e stilisti. E oltre 280 saranno i progetti che verranno illustrati, mentre ben 66 saranno le partecipazioni nazionali, che organizzeranno le proprie mostre nei Padiglioni ai Giardini (26), all'Arsenale (25) e nel centro storico di Venezia (15). Le nuove partecipazioni sono 4: Repubblica dell’Azerbaijan, Sultanato dell'Oman, Qatar e Togo. E tra le sorprese annunciate, un progetto speciale di Michelangelo Pistoletto, maestro dell'Arte Povera e uno degli artisti italiani contemporanei di maggior fama internazionale.

"Per decenni l'architettura ha risposto alla crisi climatica con la mitigazione: progettare per ridurre il nostro impatto sul clima. Ma questo approccio non è più sufficiente. Mentre il clima diventa sempre meno clemente, è il momento che l'architettura passi dalla mitigazione all'adattamento: ripensare il modo in cui progettiamo in vista di un mondo profondamente cambiato", ha detto l'architetto e ingegnere, Carlo Ratti, professore al Massachusetts Institute of Technology di Boston e al Politecnico di Milano e direttore del Senseable City Lab, illustrando oggi, martedì 11 febbraio, la sua Biennale Architettura a Ca' Giustinian, sede della Biennale di Venezia.

"Venezia, la città delle acque, si fa modello locale da leggere in scala globale: laboratorio di complessità per eccellenza, in cui trovare soluzioni utili per il mondo intero", ha commentato Pietrangelo Buttafuoco, presidente della Biennale di Venezia, che ha definito "visionaria" la Mostra curata da Ratti, perchè indicherà come "costruire con intelligenza il mondo, ascoltando l'intelligenza del mondo". Già dal titolo, ha sottolineato Buttafuoco, la Mostra "si annuncia come riflessione fondativa per i futuri prossimi, materia di studio e dibattito per la comunità scientifica e artistica e per il pubblico che la visiterà".

L'adattamento alle sfide climatiche, ha spiegato Ratti, "richiede un cambiamento radicale della nostra pratica" e "l'architettura rappresenta un nodo centrale che deve guidare il processo con ottimismo. Nell'età dell'adattamento, l'architettura deve attingere a tutte le forme di intelligenza: naturale, artificiale, collettiva. E deve rivolgersi a più generazioni e a più discipline, dalle scienze esatte alle arti; e deve ripensare il concetto di autorialità e diventare più inclusiva, imparando dalle scienze. L'architettura deve diventare flessibile e dinamica, proprio come il mondo per cui sta progettando".

La Mostra curata da Ratti è stata costruita anche "dal basso" grazie a "un'ondata di candidature" che nella primavera di un anno fa "ha permesso di scoprire voci inedite e inascoltate che altrimenti sarebbero passate inosservate". Il gruppo di partecipanti che ne è scaturito, ha spiegato Ratti, "abbraccia diverse generazioni: da professionisti esperti che a novant'anni sono ancora in grado di innovare a neolaureati che hanno appena intrapreso la propria carriera. Vincitori del Premio Pritzker, ex curatori della Biennale di Venezia, premi Nobel, professori emeriti compaiono accanto ad architetti e ricercatori emergenti. Questo processo di inclusione riflette il nostro impegno verso un'ampia gamma di diverse prospettive".

La Biennale Architettura collabora, inoltre, con altre istituzioni globali, con la Cop30 delle Nazioni Unite, con la C40, con la Baukultur Alliance di Davos, con il Soft Power Club e molti altri organismi.

Alle Corderie dell'Arsenale ci sarà il focus principale della Mostra che, ha spiegato Ratti, si apre con "un dato crudo: mentre le temperature globali aumentano, la popolazione mondiale diminuisce. È questa la realtà che gli architetti devono affrontare nell'età dell'adattamento. Partendo da qui i visitatori attraverseranno tre mondi tematici: Natural Intelligence, Artificial Intelligence e Collective Intelligence. La mostra culmina quindi nella sezione 'Out' con una domanda: possiamo guardare allo spazio come una soluzione alle crisi che affrontiamo sulla Terra? La nostra risposta è no: l'esplorazione dello spazio non è una via di fuga, ma un mezzo per migliorare la vita qui, nell’unica casa che conosciamo".

Con il Padiglione Centrale, in fase di ristrutturazione per tutto il 2025, Venezia non ospiterà solo la Biennale Architettura, ma diventerà un laboratorio vivente. "La città stessa - una delle più esposte e vulnerabili di fronte ai cambiamenti climatici - farà da sfondo a un nuovo tipo di Mostra, in cui installazioni, prototipi ed esperimenti saranno sparsi tra i Giardini, l'Arsenale e altri quartieri", ha anticipato Ratti.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, è a cura di Guendalina Salimei con il progetto "Terræ Aquæ. L'Italia e l'intelligenza del mare". Il Padiglione della Santa Sede, promosso dal prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione della Santa Sede, cardinale José Tolentino de Mendonça, avrà luogo quest'anno nel Complesso di Santa Maria Ausiliatrice (Fondamenta San Gioacchin, Castello 450). La mostra ha come titolo "Opera aperta" ed è a cura di Marina Otero Verzier e Giovanna Zabotti. Il Comune di Venezia partecipa con lo storico Padiglione Venezia ai Giardini, con l'allestimento della mostra dal titolo "Biblioteche. Costruendo l'intelligenza veneziana". Il Padiglione cittadino avrà una sua emanazione in altri spazi istituzionali e nelle sedi dell’Università Iuav di Venezia.

La Mostra d Architettura contribuirà in modo specifico al progetto di sostenibilità ambientale portato avanti dal 2021 dalla Biennale di Venezia. Il Manifesto di Economia Circolare lanciato da Carlo Ratti, con la guida di Arup e il contributo della Ellen MacArthur Foundation, rafforza l'impegno della Biennale in questo obiettivo, promuovendo un modello sempre più sostenibile per la progettazione, l'installazione e il funzionamento di tutte le sue attività e manifestazioni.

"La sfida è quella di creare padiglioni e spazi che siano esempio di un pensiero circolare audace che generi un'eredità duratura in termini di sostenibilità - ha detto evidenziato Ratti - L'obiettivo è quello di eliminare gli sprechi, facendo circolare i materiali e rigenerando i sistemi naturali, dimostrando così che l'architettura e l'ambiente costruito possono coesistere in armonia con il nostro pianeta".

(di Paolo Martini)

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