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Truffa a nome di Crosetto, altra denuncia: si indaga per associazione per delinquere

Sul tavolo della procura di Milano è arrivata la denuncia di Esselunga

Guido Crosetto (Fotogramma/Ipa)
Guido Crosetto (Fotogramma/Ipa)
10 febbraio 2025 | 14.07
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Il numero delle persone contattate dal gruppo che ha tentato truffe milionarie usando il nome del ministro della Difesa, Guido Crosetto, continua a crescere, così come il numero delle denunce. Sul tavolo della procura di Milano è arrivata la denuncia di Esselunga, altre sono state preannunciate. La querela della famiglia Caprotti si aggiunge a quella dell'imprenditore Massimo Moratti, che ha versato quasi un milione di euro, e delle famiglie Aleotti (gruppo Menarini) e Beretta (multinazionale produttrice di armi). Data la complessità della truffa architettata, gli inquirenti indagano anche per l'ipotesi di associazione per delinquere.

Il racconto di Crosetto

"Prima ho ricevuto una telefonata da un imprenditore che conosco bene e che ha il mio numero di cellulare. Mi ha chiesto se la mia segreteria avesse chiamato per cercare il suo numero; gli ho detto di no, perché il suo numero lo avevo quindi era impossibile. Lì per lì però non gli ho dato peso. Passate tre ore, un mio collaboratore mi ha detto che un altro imprenditore voleva parlare con me per una cosa urgente. Mi ha detto che ieri aveva parlato con me, ho negato e a quel punto mi ha raccontato di esser stato contattato da una persona che si è finta me, che gli aveva chiesto di intervenire, perché due giornaliste erano state rapite e bisognava anticipare dei soldi". A raccontare la truffa che lo vede, suo malgrado, ignaro protagonista, è stato lo stesso ministro Crosetto, intervenuto a Pomeriggio Cinque.

"Mi ha spiegato di aver avuto qualche dubbio, qualche perplessità, perché l'uomo al telefono non sembrava avere la mia voce. Mi ha detto di esser stato redarguito, che lo avrebbe fatto chiamare da un generale che poi effettivamente gli ha telefonato e con un tono molto più tranquillo gli ha spiegato bene il tutto, riuscendo a convincerlo - ha aggiunto - Al telefono mi ha anche detto di aver fatto dei bonifici ma che poi oggi, arrivate altre chiamate per avere altri soldi, ha deciso di disturbare me. A quel punto gli ho detto di star fermo a casa sua, che avrei chiamato direttamente i carabinieri per farli andare a casa sua".

"Purtroppo le nuove tecnologie rendono e renderanno sempre queste truffe difficili da capire - ha sottolineato Crosetto - faranno dire a chiunque qualsiasi cosa. Sono mesi che facciamo una battaglia contro queste truffe che avvengono sui social: un giorno usano me, un giorno la Meloni, Pier Silvio Berlusconi, i grandi imprenditori, i giocatori di calcio, i cantanti e c'è sempre qualcuno che ci casca. Il tema è: siccome queste truffe sono impossibili da controllare, perché appena denunci ne fanno altre due con personaggi diversi, ritengo sia una cosa che debba controllare la piattaforma. Chi ha in mano i cordoni e può fare qualcosa è Facebook, X, Instagram: sono loro che devono garantire a me, utente, che se vado sulle loro piattaforme, non trovo nessuno che mi truffa e che quello che vedo è garantito. Personalmente, ho reso pubblica la cosa immediatamente, ho pensato di dover avvisare in modo che nessun altro potesse cascarci e ho ricevuto molte telefonate di persone che erano state contattate da sedicenti collaboratori del Ministero".

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