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Strage di Ustica, familiare scrive a Mattarella: "Si dichiarino vittime civili in azione di guerra"

La lettera di Anthony De Lisi a pochi giorni dalla "sconcertante" richiesta dei pm romani di archiviare l'indagine. "Rabbia per i comportamenti omissivi di pezzi di Istituzioni"

Anthony De Lisi,  familiare di due vittime della strage di Ustica
Anthony De Lisi, familiare di due vittime della strage di Ustica
12 marzo 2025 | 14.49
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Dichiarare le 81 vite spezzate nella strage di Ustica "vittime civili a seguito di un'azione di guerra". A chiederlo è Anthony De Lisi, fratello di Elvira e zio di Alessandra, entrambe morte nel disastro aereo del Dc-9 Itavia precipitato nel Tirreno meridionale il 27 giugno del 1980, in una lettera inviata la scorsa settimana al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Con la speranza, scrive, di "ricevere almeno per una volta, una parola che non sia soltanto di conforto o di promessa". A pochi giorni dalla "ultima e sconcertante decisione della Procura romana" di chiedere l'archiviazione dell'ennesima indagine sulla strage, De Lisi, che da anni si batte per avere giustizia e verità, si rivolge direttamente al capo dello Stato, che "ben sa quanto sia straziante vedersi sottrarre l'affetto dei propri cari e, quindi, comprenderà ulteriormente come la mia richiesta sia dettata, oltre che da un dolore, anche dalla rabbia causata dai comportamenti quantomeno omissivi di alcuni pezzi delle istituzioni italiane e di altri Paesi".

Per De Lisi la richiesta dei pm romani contiene "motivazioni che mi sconcertano, non solo come familiare delle vittime, ma come cittadino italiano e, non ultimo, come modesto operatore del diritto". Perché, che nei cieli di Ustica quella notte "vi fu uno scenario di guerra che vide in maniera inconfutabile coinvolti veicoli militari di diverse Nazioni è una certezza storica che mai nessun depistaggio, interno o esterno, potrà negare". Ecco, perché dal presidente della Repubblica il fratello di Elvira De Lisi e zio di Alessandra auspica un "atto che possa in qualche modo contribuire a tentare di avere delle risposte, se non di giustizia, di verità a quanti come me hanno cancellato dal loro vocabolario la parola rassegnazione". "Se, come sostengono gli inquirenti, i caccia militari presenti quella sera non portavano la bandiera dei Paesi di origine - scrive De Lisi nella lettera indirizzata a Mattarella -, è pur vero che i Paesi presenti in quello spazio aereo con loro mezzi militari avrebbero dovuto dare indicazioni precise sui mezzi impegnati in quel periodo e, in particolare, in quella data, nei cieli italiani".

Da qui l'appello all'inquilino del Quirinale. "La prego di valutare l'opportunità di dichiarare le 81 vittime della strage di Ustica quali vittime civili a seguito di un'azione di guerra". Uno status, precisa De Lisi, che, "per quello che mi riguarda, dovrebbe essere privo di ogni medaglia e di ogni prebenda di qualsiasi natura". Già nei giorni scorsi all'Adnkronos De Lisi aveva annunciato l'intenzione di rivolgersi al Tribunale penale internazionale. "Non c'è spazio per la rassegnazione, ma solo per la rabbia, una rabbia immensa che è quella che mi dà la forza di andare avanti", aveva detto.

Un'intenzione che adesso ribadisce nella lettera indirizzata al presidente della Repubblica. "La mia richiesta viene formulata al fine di essere agevolato in quella iniziativa che intendo, anche in solitaria, promuovere avanti a organismi giurisdizionali internazionali, con la speranza che un domani, non solo a noi familiari delle vittime, ma anche a ogni singolo cittadino italiano, possa essere riconosciuto il diritto a una verità dolorosa e straziante che possa, in qualche modo, restituire dignità al sacrificio di 81 persone ingiustamente trucidate", conclude. (di Rossana Lo Castro)

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