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Società, pubblicata indagine Eurispes su 'Essere uomo nella società contemporanea'

Uomini sempre più fragili e spaesati

Società, pubblicata indagine Eurispes su 'Essere uomo nella società contemporanea'
12 aprile 2025 | 13.38
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Il 50,5% degli uomini italiani dichiara di non aver mai provato timore rispetto alla propria aggressività, mentre una quota considerevole, pari al 35,2%, riferisce di averne avuto paura almeno una volta o qualche volta, segnalando una certa consapevolezza dell’impatto del proprio comportamento. E’ quanto emerge all’indagine Eurispes, realizzata con la collaborazione dell’Associazione Filocolo, su un campione di 1.018 uomini che ha preso in esame diversi aspetti dell’universo maschile in relazione alla percezione del proprio corpo, all’espressione delle proprie emozioni, alle funzioni sociali e al ruolo rispetto alle donne e all’interno della società.

Una minoranza non trascurabile, stando all’indagine, mostra una relazione più complessa con il proprio controllo emotivo: l’11,5% degli intervistati afferma di aver avuto frequentemente paura della propria aggressività, mentre il 2,8% riporta di provarlo regolarmente. Questi dati si inseriscono in un quadro teorico più ampio, che considera la mascolinità come una costruzione sociale in costante evoluzione. In questo senso, il riconoscimento della paura della propria aggressività da parte di alcuni uomini potrebbe indicare un cambiamento nelle norme tradizionali di genere, favorendo una maggiore riflessività e apertura verso il riconoscimento della necessità di una gestione consapevole delle emozioni. Se da un lato la riflessione sulla paura della propria aggressività suggerisce una crescente consapevolezza emotiva tra gli uomini, dall’altro la mascolinità continua a manifestarsi attraverso modelli rigidi di comportamento che riproducono dinamiche di controllo e dominio, spesso identificati con il concetto di “mascolinità tossica”.

Una contraddizione confermata dai dati: la presenza diffusa di atteggiamenti maschili tossici suggerisce che, nonostante una maggiore consapevolezza emotiva, persistano dinamiche di controllo e dominio che continuano a essere normalizzate nella cultura maschile. In particolare, il 24,4% degli uomini dichiara di non aver mai assistito a episodi di questo tipo, mentre la maggioranza (75,6%) ha avuto almeno un’esperienza diretta o indiretta di tali comportamenti.

Quasi metà degli uomini italiani (46,9%) percepisce un senso di confusione e di incertezza rispetto al proprio ruolo come uomo nella società contemporanea (il 31,3% qualche volta; il 13,3% spesso; il 2,3% sempre).Un terzo degli intervistati (33%) mantiene una posizione neutrale rispetto i nuovi canoni estetici maschili proposti dalla società moderna, allo stesso tempo emerge una differenza numerica tra chi le accoglie positivamente (27,5%) e chi, invece, le percepisce con diffidenza (39,5%). La ridefinizione dei ruoli di genere (in àmbito famigliare, lavorativo, sociale) solleva interrogativi sulla capacità di adattamento della popolazione maschile a queste trasformazioni. La maggioranza degli uomini (67,7%) non trova particolarmente difficile adattarsi alle trasformazioni sociali in corso. Tuttavia, una parte significativa della popolazione maschile (32,3%) manifesta ancora difficoltà. Il 63,7% degli uomini ritiene che gli stereotipi e i luoghi comuni legati alla mascolinità siano ancora diffusi e presenti nella nostra società. Il 64,8% degli uomini afferma di sentirsi condizionato dalle aspettative sociali legate alla mascolinità, anche se con diversa intensità: il 41,7% “qualche volta”, mentre il 19% “spesso” e il 4,1% “sempre”. In linea con questo dato, il 46,9% degli uomini percepisce un senso di confusione e di incertezza rispetto al proprio ruolo come uomo nella società contemporanea (il 31,3% qualche volta; il 13,3% spesso; il 2,3% sempre).

La maggioranza degli uomini italiani (67,3%) dichiara di non aver mai utilizzato le piattaforme online per incontri, mentre il 33,7% riferisce di averle usate. L’uso di app di incontri risulta però molto diffuso tra i giovani: le utilizza il 51,8% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni. I dati evidenziano una percezione ambivalente riguardo all’influenza della pornografia sulla costruzione degli standard sessuali maschili. Da un lato, una parte consistente degli uomini riconosce il ruolo significativo di questi contenuti nel modellare aspettative sulla sessualità maschile spesso irraggiungibili (51,7%); dall’altro, vi è una quota non trascurabile di individui che minimizza tale impatto (48,3%).

Il 51,7% degli uomini italiani non si sente vicino alle posizioni espresse dal movimento femminista contemporaneo contro il 48,3% che ha una posizione favorevole. E’ quanto emerge all’indagine Eurispes, realizzata con la collaborazione dell’Associazione Filocolo, su un campione di 1.018 uomini che ha preso in esame diversi aspetti dell’universo maschile in relazione alla percezione del proprio corpo, all’espressione delle proprie emozioni, alle funzioni sociali e al ruolo rispetto alle donne e all’interno della società. Sorprendentemente, i più giovani (18-24 anni), sono meno inclini ad aderire alla causa del movimento femminista contemporaneo (59,1%). La maggioranza del campione è in disaccordo con l’affermazione che la società contemporanea presti più attenzione alla tutela dei diritti delle donne piuttosto che a quella dei diritti degli uomini (56%); tuttavia, non è trascurabile che circa quattro uomini su dieci ravvisino una disattenzione nei confronti dei propri diritti in favore di quelli femminili (44%).

Gli uomini non si sentono soggetti a maggiori pressioni sul rendimento rispetto alle colleghe donne (60,8%), anche se ciò avviene per 4 uomini su dieci (39,2%). Un tema particolarmente sentito è la percezione che si parli troppo poco della violenza femminile sugli uomini: il 48% degli uomini concorda con questa affermazione; tuttavia, poco più della metà del campione (52%) non percepisce questo come un problema centrale. L’idea che si debba parlare di “femminilità tossica” con la stessa frequenza con cui si discute di “mascolinità tossica” trova ampio consenso (58,9%), segnalando un’esigenza di bilanciare il dibattito sulle problematiche di genere. L’idea che, in caso di separazione o divorzio, sia l’uomo a pagare il prezzo più alto secondo le leggi vigenti è condivisa dal 61,2% degli uomini.

All’interno del proprio gruppo sociale, molti uomini (67%) si sentono liberi di esprimere idee che sfidano gli stereotipi maschili e sono la maggior parte anche quelli che manifestano un elevato grado di disagio nel sentire altri uomini esprimere commenti sessisti o misogini (53,4%), pur non essendo trascurabile il 46,6% che mostra una minore sensibilità o un certo grado di tolleranza.

Il 70,2% degli uomini italiani ritiene che l’interruzione volontaria di gravidanza non sia una questione che riguarda esclusivamente la donna e il suo corpo, mentre il 29,8% sostiene che la decisione spetta solo alla donna.Una parte significativa degli uomini (50,2%) ritiene che la società moderna riconosca la giusta importanza al ruolo del padre rispetto al ruolo della madre, una porzione altrettanto consistente (49,8%) percepisce una disparità rispetto alla figura materna. A ciò si aggiunga che oltre la metà del campione (57%) indica una carenza di misure adeguate a favorire il coinvolgimento paterno nella vita dei figli.

Oltre il 16% degli uomini italiani afferma di aver subito stalking da una donna. E’ il dato che emerge all’indagine Eurispes, realizzata con la collaborazione dell’Associazione Filocolo, su un campione di 1.018 uomini. I dati evidenziano che una parte degli uomini ha sperimentato esperienze di apprezzamenti indesiderati e stalking, sebbene con frequenze variabili. Per quanto riguarda gli apprezzamenti pesanti ricevuti da una donna, il 55,3% degli uomini dichiara di non averne mai ricevuti, mentre è capitato al 44,7%. Se si considera invece la frequenza di apprezzamenti pesanti provenienti da altri uomini, la quota di chi non ne ha mai ricevuti sale al 68,6%. Per quanto riguarda il fenomeno dello stalking, il 77,6% degli uomini dichiara di non aver mai subìto episodi da parte di una donna, mentre il 16,3% riferisce di aver avuto almeno un’esperienza di questo tipo. Il 5% afferma di aver vissuto episodi ricorrenti, mentre l’1,1% riporta di essere vittima abituale (in totale: 22,4%). Se si analizzano invece gli episodi di stalking perpetrati da altri uomini, la percentuale di chi non ne ha mai avuto esperienza sale leggermente all’80,7%. Il 13% ha subìto stalking qualche volta, il 4,9% frequentemente e l’1,4% con regolarità (in totale: 19,3%).

Bene single ma l’obiettivo resta la vita di coppia. Il 45,7% degli uomini si sente più a proprio agio in coppia che da single, mentre sono più gli uomini, il 54,3%, che affermano di sentirsi a loro agio più da single che in coppia. Nonostante ciò, avere una relazione di coppia stabile è un obiettivo importante per il 74,9% degli uomini e, similmente, avere figli è un obiettivo di rilievo per il 66,9%.

L’aspetto esteriore viene percepito come un fattore rilevante per il successo nella vita sentimentale (60,4%). Sentirsi a proprio agio per il numero di partner sessuali avuti è una condizione condivisa dalla maggioranza degli uomini, il 57,4%; tuttavia, rimane un 42,6% che si sente a disagio almeno in parte, segnalando che il tema può rappresentare per molti una fonte di insicurezza. L’esperienza del sentirsi fisicamente inadeguati davanti a un rifiuto sentimentale o sessuale colpisce un buon 35,3% degli uomini. La percezione di comfort nel rispettare ruoli tradizionali di genere è elevata: il 70,6% si sente a proprio agio nell’assumere ruoli come proteggere e dare sostegno in una relazione con una donna, mentre non è così per il 29,4% degli uomini. D’altra parte, il 48,4% degli uomini afferma che non potrebbe mai perdonare un tradimento, cui si aggiunge il 30,4% che sarebbe poco disposto a farlo per un totale del 78,8%.

Fare il primo passo nel manifestare interesse verso l’eventuale partner è una “regola” ritenuta poco attuale (63%); circa uno su quattro (26,4%) ritiene l’uomo naturalmente poligamo. Gli uomini paiono piuttosto convinti di essere giudicati delle donne sulla base del proprio successo professionale/economico (63,5%) e dell’aspetto fisico (66,3%).

Il 15,3% degli uomini ammette di essersi sottoposto alla chirurgia estetica; il 10,6% una volta, il 3,7% due volte, l’1% tre volte o più. La fascia d’età nella quale troviamo più uomini che si sono sottoposti ad interventi di chirurgia estetica è quella dei 35-44enni (circa il 20%; 1 su 5).

Gli interventi più frequenti sono la rinoplastica (23,1%), poi il trapianto di capelli (19,9%), la liposuzione (14,7%) ed il lifting (14,7%). Meno diffusi addominoplastica (10,9%), ginecomastia (10,9%), otoplastica (8,3%) e blefaroplastica (7,7%). Il 30,8% degli uomini che sono ricorsi alla chirurgia riferisce, inoltre, di essersi sottoposto ad altri tipi di interventi.

Al 63,1% degli uomini italiani piace il proprio aspetto esteriore (al 51,4% abbastanza, all’11,7% molto), mentre ad un non trascurabile 36,9% non piace (al 29,1% poco, al 7,8% per niente) e poco meno di tre uomini su dieci (28,2%) ha un rapporto negativo con il proprio corpo. L’indagine incrocia aspetti individuali e sociali per esplorare come l’immaginario collettivo abbia influenzato la percezione del sé degli uomini italiani. In particolare sono i più giovani, tra i 18 ed i 24 anni ad apprezzare il proprio aspetto in percentuale superiore a tutti gli altri (71,1%).

Curare il proprio aspetto esteriore riveste importanza per due terzi degli uomini italiani (66,5%) mentre un intervistato su 3 (33,5%) si esprime in senso opposto. La maggioranza degli uomini italiani ritiene che avere un fisico avvenente e prestante sia un fattore importante per attrarre un/una partner (67,3%). Al tempo stesso, il campione condivide, nella maggioranza dei casi, l’idea che un uomo seduce di più con la personalità che con l’aspetto fisico: lo pensa il 64,1%. La maggioranza degli uomini (53,8%) crede anche che in un gruppo di persone, avere un fisico “possente” faccia apparire più potenti/dominanti. Per gli uomini esiste dunque un “doppio” binario: un uomo può affermarsi e conquistare con l’aiuto del proprio aspetto fisico, ma nondimeno, anche con altre caratteristiche, per esempio con la propria personalità.

Sono meno della metà (45,1%) gli uomini che modificano la propria alimentazione e/o l’attività fisica con l’obiettivo di migliorare il proprio aspetto fisico. Risultano minoritari gli uomini che si dicono influenzati dal proprio aspetto esteriore nella vita sociale, ma esiste evidentemente una sacca di disagio per cui il 37,6% afferma che se non si sente avvenente, non è sicuro di sé nelle interazioni sociali, mentre il 31,6% non si sente sicuro nelle prestazioni lavorative.

Posti di fronte all’ipotesi di assumere steroidi anabolizzanti per raggiungere la forma fisica ideale, il 18,5% di soggetti si dice favorevole all’idea. Un uomo intervistato su 5 (20,9%) afferma di praticare regolarmente esercizio fisico, uno su 4 lo fa spesso (24,3%), un terzo qualche volta (34,3%); un altro quinto non fa mai esercizio fisico. Il campione si caratterizza per abitudini eterogenee; tuttavia, meno della metà pratica attività fisica con una certa frequenza e non sono pochi coloro che ammettono di non farlo mai.

La cura del viso con prodotti specifici (skin-care, anti-age) riguarda una metà degli uomini (49,1%): il 6,1% la pratica regolarmente, l’11,8% spesso, il 31,2% qualche volta, mentre l’altra metà mai (50,9%). Valori simili si registrano per la depilazione (46,7%). Meno diffusa tra gli uomini la pratica della manicure/pedicure (39,1%). Il 24,8% ricorre alla colorazione dei capelli, mentre il 23,9% si sottopone a lampade abbronzanti. I trattamenti estetici non chirurgici (botox, filler, carbossiterapia, ecc.) sono, per loro stessa natura, non estremamente frequenti; se la netta maggioranza degli uomini riferisce di non avervi mai fatto ricorso (85,9%), non è però trascurabile la quota di chi ammette di averli sperimentati: complessivamente il 14,1%.

Un terzo del campione (32,8%) afferma di spendere in media tra 10 e 50 euro al mese per la cura del proprio aspetto (cosmetici, barbiere, depilazione, trattamenti, ecc.), il 26,6% tra i 51 ed i 100 euro, il 22,1% stima la propria spesa media mensile addirittura al di sotto dei 10 euro, il 14,4% tra i 101 ed i 300 euro, il 4% oltre i 300 euro. Più della metà degli uomini dichiara dunque di spendere non più di 100 euro al mese per la cura del proprio aspetto esteriore (59,4%).

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